Il lago è un mondo a sé. Il Lago di Garda, poi, più degli altri. Non ha la vastità del mare, ma in alcuni punti non si riesce a vederne la tradizionale fine delimitata dalle colline che lo abbracciano. Non ha il raccoglimento dei fiumi più docili, la superficie cristallina riflette la vastità del cielo e nelle giornate più luminose di autunno una struttura imponente, di antica eleganza come il Grand Hotel Fasano di Gardone Riviera (BS) diventa il refugium peccatorum più invitante e seducente del mondo. Vacanze a ottobre dove andare? Ma dritti in una delle zone più belle d’Italia, che sta passando per un rinnovamento gentile e glamour che ne rivela lo spirito più godereccio senza dimenticare il relax. In tempo perfetto prima della chiusura stagionale, per dare il saluto ufficiale all’estate e prendersi gli ultimissimi scampoli di sole caldo.

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Dopo 130 anni, tanti sono quelli compiuti dall'hotel in questo 2018, la storia da Gardone Riviera ci è passata come una tempesta a bordo lago. Fino a placarsi, a farsi respirare lentamente. Sulle colline intorno troneggia il Vittoriale e qualche chilometro prima, il lago sciaborda nella precisione rigorosa di Salò. Ma nelle 5 stelle del Grand Hotel Fasano sembra di tornare indietro nel tempo, quando la nobiltà significava non ostentare il lusso faticosamente ereditato. L’hotel era l’antica residenza di caccia della famiglia imperiale austriaca, inaugurata nel 1888, e naturalmente non aveva i comfort di oggi: una spa deliziosa e ben curata, le piscine esterne che a ottobre possono ancora essere utilizzate comodamente (l’acqua è riscaldata, una parola sola: CHILLAX), una vistalago mozzafiato da tutte le camere. Anche le più semplici sono dotate di terrazzino dove sedersi nel post-doccia e guardare il cielo che scolora.

E quando la fame sale, si può restare tranquillamente in albergo dove da marzo a novembre sono attivi (con tempi differenti, basta informarsi sul sito ufficiale) quattro ristoranti di diverso orientamento. Al Grand Hotel Fasano l’ozio meritato è la cifra stilistica perfetta. È come se il palazzo, la discrezione, il silenzio invitassero particolarmente a staccare. Mollare gli ormeggi, lasciar andare lo sguardo sul lago, tra le mattonelle d’epoca che resistono alle passeggiate nel tempo, respirare l’aria fresca sotto gli spettacolari alberi del bellissimo giardino. Brindando magari con uno dei cocktail della Gin Lounge creati dal bravissimo mixologist Rama Redzepi (nessuna parentela certificata con l’omonimo chef del Noma), che si ispira al tema delle alchimie ed è in grado di rendere anche un gin tonic un’esperienza fenomenale con affumicature, sapori a contrasto e arditi, riuscitissimi accostamenti.

Perché andare a ottobre sul Lago di Garda e concedersi un weekend al Grand Hotel Fasano? Perché c’è ancora tempo di assaggiare le creazioni stuzzicanti e stupefacenti del genuino chef Matteo Felter, lacustre doc, a capo della brigata del ristorante gourmet "Il Fagiano" dove si possono sperimentare le sue creazioni d’autore rigorosamente ispirate da stagionalità e territorio. Una cucina decisa, netta, che arriva tutta insieme, e che lo stesso chef ci ha confermato quando, perduti nel gusto dei suoi Spaghetti integrali a temperatura ambiente in infusione di aglio, olio e prezzemolo piccante con agone di lago essiccato e caviale Arenka, in grado di incendiare il palato di profumi e consistenze, lo abbiamo intercettato nelle cucine. Uno tosto, Matteo Felter, che ha iniziato il percorso all’alberghiero più tardi rispetto agli amici, avendo preferito inizialmente la carriera militare. “Solo che il militare non era abbastanza duro per me, quindi ho scelto la cucina” scherza arrochendo le consonanti in una voce bassa e accentata dal lago, mentre vola rapidamente sulla sua formazione tra stage negli stellati e la scelta di tornare nei suoi luoghi.

“La mia cucina è mia, lavoro e tiro fuori quello che mi piace dei prodotti del lago” spiega senza troppi fronzoli. “Sono uno chef di 1.80 per 100 kg, è roba di sostanza. Sono fatto così” ride. Additando gli spaghetti che arrotoliamo coscienziosamente sulla forchetta, ci illustra come tratta l'alimento più ostico di tutti: “Lo decortichiamo, diamo una cottura a 70 gradi che non altera il sapore e permette di prendere il dolce dell’aglio”. Che comunque si avverte, persistente e odorosissimo, ma sembra un’altra cosa rispetto a come lo si utilizza normalmente. D’altronde parliamo di uno chef che le materie prime le sa trattare, Matteo Felter Top Chef 2018, dicitura che porta ricamata sulla giacca: “Sono amici, gente più brava di me, che mi hanno chiesto di fare questa cosa” si schermisce. Nomina Cannavacciuolo e non possiamo esimerci: ma giudice in un talent tipo Masterchef? “Assolutamente… Non lo so. Ogni volta che mi pongono la domanda mi viene da pensare. Se devo farlo ci penserò”. Forse meglio da ospite: “È sempre bello andare ed è un’occasione. Fare il talent no, ho 44 anni: se volevo fare la tv avrei provato a farla prima”. Una verità che ha il sapore di un’accettazione positiva, donata dalla riflessione e dal lavoro su di sé. Fatto specchiandosi nelle acque limpide di un lago così grande, con il pudore di farlo che la fa da padrone. Vale la pena godersi le ultime notti dolci di ottobre al Grand Hotel Fasano prima del grande freddo ammirando la luna sul lago, nella bruma sottile che sale dalle acque. E rileggere la propria storia con occhi nuovi.