Tanto instabile, decisamente inospitale, così affascinate (come la maggior parte delle cose pericolose). La vasta depressione della Dancalia che taglia in due il continente nei pressi della Great Rift Valley, congiungendo le placche tettoniche in costante espansione tra Etiopia, Eritrea e Gibuti, sembra la meta ideale per viaggi estremi ai confini del mondo. Quello fotografico e documentario di Andrea Frazzetta, commissionato dal The New York Times, sembra perfetto per offrire allo sguardo innumerevoli ragioni per compierlo, approfittando della tappa espositiva ospitata dalla seconda edizione Fotografica. Festival di Fotografia Bergamo (27 ottobre- 11 novembre 2018), dedicata alla difesa dell'ambiente con un «Equilibrio Sottile».

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Il progetto offre di sicuro una prospettiva diversa sul viaggio. Equipaggiati ovviamente nel modo giusto, come suggerisce nel suo libro Andrea Semplici (Dancalia, Terre di Mezzo) "Se vai a Danakil in cerca di avventure, non sarai in grado di andare oltre la tua stessa superficialità. Che apparirà insopportabile anche a te. Il sole incandescente, l'indifferenza degli Afar, la monotonia di un deserto privo di colori ti faranno sentire nudo e indifeso. E il tuo equilibrio, sia mentale che fisico, rischia di andare in pezzi. Devi essere in grado di difenderti nel Danakil. Devi mostrare, soprattutto a te stesso, di avere un'anima di un poeta. Coloro che si avventurano per andare al Danakil lo fanno per cambiare il loro punto di vista."

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© Andrea Frazzetta (Courtesy Fotografica. Festival di Fotografia Bergamo)
il vulcano Erta Ale nella regione di Afar ed è il più attivo in Etiopia - Danakil. Land of Salt and Fire

Con l'animo leggero di un poeta errante e la consapevolezza di avventurarsi nel suolo che ribolle di magma a soli cinque chilometri sotto i piedi, Frazzetta ha puntato l'obiettivo su questa terra di mezzo quasi ancestrale, figlia di un cataclisma geologico che ha prosciugato il mare 80mila anni fa, lasciando un deserto implacabile di sale, sorgenti sulfuree, laghi salati e vulcani attivi. Un vero inferno in terra, con temperature che arrivano fino a 50°, i colori del paradiso e il fascino di un sogno ad occhi aperti che ha dato origine al mondo.

Il posto perfetto per camminare sull'acqua salata che evapora presto. Dove la pioggia è un miraggio. Neanche il crepuscolo salva dal calore sprigionato dal cuore vibrante di questa terra di lava e sale. Soprattutto nei pressi dell'Erte Ale, tra i vulcani più attivi del mondo, "la montagna che fuma" sacra al popolo nomade degli Afar. Gli unici capaci di attraversare questi paesaggi ostili, con il coraggio di chi non teme la fatica e la forza degli elementi, la reputazione di guerrieri implacabili e un profondo rispetto per tutto quello a cui devono la vita. Per una delle culle dell'umanità, dove tutto torna all'origine e sono stati rinvenuti numerosi resti di ominidi. Dove la celebre australopiteco Lucy si è alzata in piedi oltre tre milioni di anni fa.



Molti Afar (sopravvissuti a tensione di ogni genere, conquistatori e globalizzazione) usano ancora lame affilate per estrarre a mano il sale dal terreno, trasportando per chilometri a dorso di mulo e dromedario, la risorsa naturale considerata un tempo moneta locale. Le loro carovane di sale che si stagliano all'orizzonte come un miraggio, incrociano da un po' anche i sentieri percorsi dai mezzi delle compagnie minerarie di tutto il mondo, interessate al giacimento di potassio più grande del mondo (usato non solo per i fertilizzanti). Due mondi separati da secoli di "sviluppo" che si incontrano in un territorio già segnato da profonde tensioni e sublimi meraviglie.

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© Andrea Frazzetta (Courtesy Fotografica. Festival di Fotografia Bergamo)
Una carovana attraversa la pianura salata di Assal, vicino al confine tra l’Etiopia e l’Eritrea per portare le lastre di sale al mercato. Danakil. Land of Salt and Fire



Il paesaggio quasi alieno del cratere vulcanico di Dallol (la "collina degli spiriti" per gli Afar), rappresenta a meraviglia la continua evoluzione di una geologica coloratissima di concrezioni saline e pinnacoli, geyser, micro vulcani e acque ribollenti. Un capolavoro di sale, sole, vento e acqua acida che continua ad attirare ogni genere di avventuriero, come fanno da tempo i depositi di potassio ai suoi margini, o le città fantasma degli impianti di estrazione che si lascia dietro, mentre l'instabilità politica dei paesi al confine correda le visite di militari.

Seguendo le carovane nomadi degli Afar lungo la Strada del Sale, il viaggio nell'Africa ancestrale di Andrea Frazzetta, è diventato anche un documentario che, sfruttando la realtà virtuale, consente a tutti di raggiungere il luogo più caldo e psichedelico della Terra. Soprattutto a chi non può affrontarne le difficoltà, o predilige i confort alle nottate sotto un tetto di stelle.