È l’isola del sogno possibile, con quel retrogusto hippie che non accenna a diminuire dopo la fama degli anni Sessanta, nonostante altrettante isolette l’abbiano copiata nel suo pattern di selvaggia libertà. Mollo tutto e vado a Tenerife: 26 gradi fissi tutto l’anno, alisei che ne spazzano la zona sud, venti più dolci nella zona nord, spiagge e oceano meraviglioso, tanti preconcetti da abbattere. Le spiagge di Tenerife dove fare surf, le baie da affollare a seconda del clima di Tenerife in un determinato momento (ma tanto è sempre buono). Ma è vero che a Tenerife ci vanno solo i fricchettoni, ma è vero che a Tenerife ci vanno solo i ricchi pigri? Niente di tutto questo. Perché le cose da vedere a Tenerife vanno oltre le contrapposizioni e le suddivisioni classiste. C’è una natura incredibile e incontaminata, vanto del governo delle Canarie che riesce a non mollare di fronte alle costanti invasioni turistiche, ci sono strutture alberghiere favolose dove rifugiarsi per il relax post selvaggitudine, ci sono angoli misteriosi, foreste, vulcani tutti da scoprire. Per sentirsi come nel deserto del Mojave, pionieri su terreni polverosi e sconfinati finché non si scontrano con montagne rocciose di una bellezza disarmante. Senza dover sorvolare tutto l’Atlantico fino al Pacifico.

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Cosa vedere a Tenerife potrebbe essere tradotto con oltre le spiagge c’è di più. Va bene andare al mare tutto l’anno senza soluzione di continuità, va bene sfoggiare costumi da bagno fuori stagione con estrema soddisfazione e tornare in ufficio con una tintarella invidiabile, ma Tenerife non è solo mare bellissimo. Anzi, la scoperta dell’interno dell’isola canaria è la vera sorpresa per il viaggiatore che scrosta dalla testa le immagini delle spiagge di Tenerife. Visitare il vulcano Teide di Tenerife, terzo più alto del mondo dopo il Mauna loa e il Mauna kea delle Hawaii nonché cima più alta di Spagna (sì, a Tenerife scende anche la neve, anche se sembra incredibile crederlo), e il parco naturale che lo circonda è un’avventura unica. Si percepisce la sua imponenza sin da lontano, mentre si sale piano piano attraversando foreste di alberi mai visti in Europa, ma endemici a Tenerife che come ogni isola trasforma l’isolamento in principio di autoconservazione. E anche gli animali, come le stupende lucertole macchiate di blu, guizzano tra cespugli piegati dal vento, una costante di Tenerife e del vulcano Teide che veniva tenuto in passato come riferimento dai navigatori portoghesi e spagnoli che solcavano l’oceano in direzione sud.

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Ci si scontra con le rocce, con l’aria fresca e via via sempre più rarefatta mano mano che ci si avvicina alla stazione base della funivia che porta lentamente, e vertiginosamente, fino alla cima del vulcano. Bisogna andarci prestissimo e annusare l’aria per la clemenza dei venti, altrimenti non si può salire. E lì si percepisce davvero il senso dell’infinito, tra le nuvole che si rincorrono, il vento fortissimo che quasi strappa il telefono dalle mani mentre si fanno le Instagram Stories, il naso che diventa sempre più rosso perché mai dimenticarsi la crema solare in alta, altissima montagna. Specialmente se è un vulcano strepitoso variegato di formazioni rocciose di ogni colore, una mazzetta di Pantone dal biscotto al senape al cioccolato fino al profondo del caffè. Pietre che sembrano tartufi neri pronti da scorzare, la luce velata di latte e madreperla. Un contrasto che toglie il fiato e le parole. Da non scendere più se non fosse che la tappa successiva sono le Roques de Garcia, pinnacoli di lava pietrificata punteggiati di arbusti bassi verde timido che hanno forme surreali, da quadro di Salvador Dalì, affollate di bravi camminatori in divisa da montagna.

Per ovviare alla fame ci si sposta poco verso il Parador de Cañadas del Teide, un ristorante e alloggio di montagna che catapulta indietro di cento anni con caminetti, legno antico e lampade discrete. Si mangia abbondante e saporito, anche pesce e verdure per chi non ama la carne, con le vetrate alte che fanno entrare la luce potente del lontano Teide. Ogni traccia di stanchezza della camminata se ne va mentre assaggi e assaggini portati da solerti, ironici camerieri, si alternano al tavolo. Questo è il vero lusso dell'isola di Tenerife inedita, speciale e unica, anni luce distante dai preconcetti che si rincorrono su di lei. Un’isola che torna alla forza vulcanica con il mare, suo protagonista, che ne lambisce dolcemente l’essenza.

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