Una passeggiata che sfiora le porte discrete di un albergo. E la domanda curiosa in testa: “chissà come funzionano le stelle agli hotel”. Una, due, tre, quattro, cinque e lussi/superior vari. Dettagli di strepitosa coccola o di semplice, cortese essenzialità. Stelle alberghi criteri: l’amara verità l’ha scoperchiata Il Post e non le assegna nessuno. O meglio, si autoassegnano in base ad alcuni parametri che ci si convince di rispettare perché i tempi burocratici delle verifiche degli standard non sono ritenuti rapidi per gli interessi di mercato. Chi ha deciso-non-deciso l'assenza di un organo supervisore assoluto e competente nell’hotellerie? L'housesharing si affida alle valutazioni degli ospiti dei vari host, ma per avere l'ufficialità delle stelle negli alberghi ufficiali le varie piattaforme non sono davvero sufficienti.

#1 La storia delle stelle negli hotel italiani

Riporta il Post che una primissima classificazione delle stelle come indicatori di qualità dell’ospitalità alberghiera risale al 1937, prima della Seconda Guerra Mondiale. Cinque classi: dal lusso alla quarta. Alcuni indicatori erano più facilmente individuabili perché apertamente architettonici o visibili, altri ben più discrezionali come “la massima comodità di arredamento” che è quanto di più soggettivo possa esistere. È rimasta in vigore fino al 1983, quando è arrivata una legge quadro che ha obbligato tutte le regioni ad aderire alla classificazione a stelle. Senza però revisionare davvero gli standard, col risultato che un hotel di lusso nel 1950 poteva tranquillamente continuare a definirsi tale pur non rispettando i parametri.

#2 Come funzionano le stelle agli hotel in Italia?

Ci è voluto un decreto legge nel 2008 con tanto di 20 pagine di allegati dettagliatissimi per rinnovare, almeno sulla carta, quelli che dovrebbero essere i criteri di assegnazione delle stelle agli hotel in Italia. Via la parte qualitativa (cuscini morbidi e vista panoramica sono accessori e non contribuiscono alla classificazione), ben più dettagli quantitativi e di servizi reali. Ma l’intoppo c’è stato: tutto sarebbe valso solo per le nuove aperture. Gli alberghi esistenti e gli edifici in cui si trovavano gli alberghi storici potevano tranquillamente continuare a farsi gli affari OPS propri senza adeguamento.

#3 Come vengono assegnate le stelle negli alberghi?

In teoria, la procedura è rigorosa. Ma c'è subito un primo scalino: non è uguale per tutti. Si basano sulle leggi regionali che recepiscono la direttiva nazionale: in Puglia in un modo, a Venezia in un altro. È la regione in cui si sceglie di aprire che dà la competenza della verifica degli standard qualitativi al Comune, o provincia, o Città metropolitana. Una volta presentata la “segnalazione certificata di inizio attività” (SCIA), è il funzionario pubblico ad essere incaricato di verificare il rispetto dei requisiti secondo il regolamento regionale. I punti sono moltissimi: si va dalle lingue parlate dall’addetto alla reception (più sono, più in alto si classifica l’hotel), agli adeguamenti contro le barriere architettoniche, l’accesso alle camere, il servizio pulizia, l'orario di apertura del bar dell’hotel. Tutto, tutto quanto. In base al rispetto dei requisiti, si assegnano le stelle che hanno valore per 5 anni. In teoria.

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#4 Le stelle degli hotel sono false?

L'affermazione è pesante, ma non del tutto campata in aria. In Italia vige la regola del silenzio-assenso, come ha spiegato al Post Federica Bonafaccia del Servizio legale tributario di Federalberghi. In pratica gli hotel si autoassegnano le stelle che pensano di meritare e attendono il sopralluogo. "Le regioni delegano le attività ispettive ai comuni o alle province, che esaminano la documentazione presentata ed effettuano sopralluoghi a campione o a seguito di reclami" spiega la Bonafaccia.

#5 Chi controlla le stelle agli alberghi?

Le ispezioni per le verifiche effettive sui parametri sembra che vengano effettuati, ma mancano i dati che non risultano né a Federalberghi né all’AICA (Associazione Italiana Confindustria Alberghi). E chi è il supervisore che si prende la responsabilità di controllare se effettivamente i sopralluoghi siano avvenuti e le modifiche aggiornate? Sorpresa: nessuno. Manca un responsabile assoluto. Lo Stato non è tenuto a farlo, ha spiegato alla testata la referente per il turismo del ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo Alessandra Priante. E in questo garbuglio complesso dove non si ritrova il filo principale che unisca burocrazia e necessità, tra deleghe volanti e verifiche non effettuate la creatività dell’autoassegnazione sembra l’unica salvezza.

#6 Come si assegnano le stelle agli hotel all'estero?

In Europa esiste un organo che sta cercando di uniformare i parametri di valutazione secondo un sistema a punti facilmente applicabile (e soprattutto verificabile). Si chiama HotelStars Union e fa parte dell’HOTREC, una no profit sovranazionale con sede in Belgio cui hanno aderito 43 associazioni nazionali di 30 paesi che raggruppano hotel, bar, ristoranti e altri luoghi dell’industria dell’accoglienza europea. La missione è quella di far applicare questi standard in tutti i paesi aderenti, in modo da dare una svolta extraburocratica al groviglio di standardizzazioni proposte. È una piccola speranza che non elimina comunque il vuoto legislativo cruciale: avere, applicare e far rispettare una normativa attenta in un Paese come l’Italia, dove il turismo è uno dei principali motori.

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