I ghiacciai sono i custodi della memoria del mondo e del suo ecosistema. Rendere sostenibile la loro vita è un compito comunitario. Per farlo servono gesti concreti e quotidiani da parte di tutti.

È con questa filosofia che Skyway Monte Bianco, l’avveniristica funivia inaugurata tre anni fa che collega Courmayeur (dalla frazione di Entrèves a 1.300 metri) a Punta Helbronner a 3.466 metri sullo spettacolare massiccio del Monte Bianco, ha deciso di dotarsi di un Bilancio della sostenibilità, il primo di cui si sia mai dotato un impianto a fune.

Skyway Monte Biancopinterest
Aiace Bazzana
L’attuale avveniristico nuovo complesso funiviario Skyway Monte Bianco che permette di arrivare fino a punta Helbronner a 3.466 metri nasce dall’esigenza di riammodernare la vecchia funivia Monte Bianco, inaugurata nel lontano 1947 e tenuta in funzione sino al 2012. Per realizzarla sono stati necessari 10 anni di progettazione e quattro di lavori. L’impianto è stato inaugurato nel 2015 e oggi comprende 3 stazioni: Courmayeur/The Valley (1.300 m), Pavillon/The Mountain (2.173 m) e Punta Helbronner/The Sky (3.466 m).

E in nome di #SavetheGlacier, salviamo i nostri ghiacciai, salviamo un paradiso naturale di immensa bellezza, ha predisposto una serie di azioni comuni perché «in quel silenzio sospeso tra terra e cielo, è scritto il segreto della vita su questo pianeta, la nostra vita e quella dell’umanità del futuro» ha spiegato Federica Bieler, presidente di Skyway Monte Bianco.
«Ci piace immaginare - ha proseguito la Bieler - che sia stato proprio il Monte Bianco a dare alla nostra azienda l’investitura di avvicinare persone di tutto il mondo alla sua vetta, ma al tempo stesso ci ha chiesto la responsabilità di tramandare la sua storia, di proteggerlo per le generazioni future e di rendere onore alla sua grandezza con l’operato sostenibile di noi essere umani».

La pulizia di un’area del ghiacciaio del Gran Flambeau, nella zona del colle del Gigante.pinterest
Courtesy Photo skyway Monte Bianco
La pulizia di un’area del ghiacciaio del Gran Flambeau, nella zona del colle del Gigante.

E se ai piedi del Monte Bianco la prima azione concreta è stata quella di ripulire un’area del ghiacciaio del Gran Flambeau, nella zona del colle del Gigante, dove erano emersi molti resti di costruzioni passate, cavi e funi, segno evidente del passaggio dell’uomo, le azioni che sono previste dal bilancio di sostenibilità per i prossimi tre anni sono molteplici.

«Le linee guida – ha spiegato Susanna Seiff che ha redatto il bilancio nel rispetto dei criteri dei Sustainable Development Goal indicati dall’agenda delle Nazioni Unite – prevedono l’utilizzo di energia 100% green in parte autoprodotta e il recupero di quella prodotta in più; colonnine elettriche per la ricarica di bici e auto, un aumento dell’8 per cento di raccolta differenziata entro il 2022 anche tramite aree di riciclo rifiuti ben visibili; punti di distribuzione di acqua gratuita con borracce regalate ai dipendenti. E piccole azioni come l’utilizzo di materiale compostabile nei punti di ristoro, saponi ecologici e prodotti locali e biologici».

Valeria Ghezzi presidente nazionale degli imprenditori impianti a fune (Anef), Federica Bieler presidente di Skyway Monte Bianco e Susanna Seiff consulente per la redazione del Bilancio Sostenibile.pinterest
Valeria Balocco
Da sinistra: Valeria Ghezzi presidente nazionale degli imprenditori impianti a fune (Anef), Federica Bieler presidente di Skyway Monte Bianco e Susanna Seiff consulente per la redazione del Bilancio Sostenibile.

Così entro il 2022 Funivie Monte Bianco incrementeranno la raccolta differenziata e le forniture certificate green, diminuiranno il volume di rifiuti prodotti, i consumi energetici e le emissioni.

Per avvicinare l’uomo alla montagna nel progetto di salvaguarda sono coinvolti prima di tutto i dipendenti e poi anche i turisti insegnando l’importanza di escursioni consapevoli nel rispetto di un patrimonio – quello delle montagne e dei ghiacciai – che è di tutta l’umanità.

Il Buffet Alpino a Pavillonpinterest
Courtesy Photo - Valentina Sommariva
A Pavillon – The Mountain, la stazione intermedia, si trovano il ristorante Buffet Alpino dello chef stellato Agostino Buillas (nella foto), un cinema, un museo che racconta la storia dei vecchi impianti e fuori il giardino botanico Saussurea con 90 piante montane provenienti da ogni parte del mondo.

Le azioni vanno nella direzione di salvare i ghiacciai «sofferenti – ha spiegato Jean Pierre Fosson, segretario generale della fondazione Montagna sicura della regione della Valle D’Aosta, ente titolato al monitoraggio e catasto dei ghiacciai – Basti pensare che i 30 ghiacciai che ci sono sul fronte del Monte Bianco (15 in Val Veny e 15 in Val Ferret) nel 2012 occupavano una superficie pari a 38 km quadrati, che si è ridotta nel 2018 a 35, 4 km quadrati. Tanto per capirci siamo passati in soli 7 anni da 336 campi di calcio a 288, ovvero abbiamo perso 48 campi di “ghiacci”.

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È vero che deglacializzazione è un processo che avviene da centinaia di anni: le foto Nasa dimostrano che lo scioglimento e il ritiro sono dati innegabili da sempre. La differenza con quello che succede oggi è la rapidità con cui il fenomeno si è accentuato. E la mano dell’uomo - ha concluso Fosson - ha decisamente accelerato questo processo».

Dopo queste pessime notizie ce ne sono di buone. Che l’uso delle tecnologie e della sensibilizzazione dei turisti forse non può forse invertire la rotta, ma certamente frenarla.

«Il numero degli impianti oggi è sensibilmente ridotto rispetto al passato – ha spiegato Valeria Ghezzi, presidente nazionale degli inprenditori impianti a fune (Anef) – la tecnologia ha permesso di realizzare funivie “più pulite”, gestioni a risparmio energetico e sul fronte paesaggistico meglio inserite e meno visibili».

La libreria Feltrinelli a punta Helbronnerpinterest
Courtesy Photo Skyway
La libreria Feltrinelli, inaugurata a luglio 2019, a punta Helbronner.

Ma c’è di più le azioni sostenibili che sono state messe in atto non solo per rendere sostenibile la vita dei ghiacciai, ma anche per quella di chi lì ci vive e ci lavora.
Un po’ come dire che ridurre l’impatto ambientale significa anche aumentare l’impatto sociale. La salvaguardia del territorio permette di preservare il turismo, garantendo il lavoro di chi vive in queste montagne. E soprattutto di avvicinare l’uomo alla montagna, non solo a chi può arrivarci con le proprie gambe, ma anche a tutti gli altri.

Tutto quindi si può riassume in tre parole: Save the Glacier.