Dalla mia finestra aperta sulle incertezze che stanno paralizzando il mondo, insieme alla nostra relazione con lo spazio, l’altro e se stessi, le distanze sono relative e i viaggi a prova di quarantena. Approfittando del fermento artistico della città rossa di Marrakech, posso anche esplorare il Marocco che non conosco, liberandomi di stereotipi più resistenti della sabbia del deserto. Briciole di terra d’Africa che Instagram porta più lontano del respiro caldo del Sahara e della prima personale di Ismail Zaidy negli spazi espositivi di Riad Yima (almeno fino al 1 giugno 2020). Perfetta per avvicinarsi, perdersi e ritrovarsi nella Medina di Marrakech, con le tensioni emotive che abbracciano ogni protagonista degli scatti del giovane fotografo, usando trame resistenti e cromie vitali per trasfigurare anche i confini dell’incontro e dei legami con il familiare. Tessuti pieni di colore e vitalità, estendendo forma e funzione dell’abbigliamento tradizionale e fashion, annullano differenze, ingiustizie e tabù, anche di genere. I volti coperti, non servono a nascondere e mantenere le distanze ma a liberare le emozioni e la ricerca dell’identità da consuetudini che destabilizzano. Il velo non copre ma toglie la maschera anche alla messa in scena di quello che vogliamo essere e diventare, portando in superficie una ricerca più spirituale di se e dell’altro.

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Dalla stessa rete arriva l’arte di guardare oltre e dentro che non chiude mai e resta accessibile a tutti, come gli strumenti usati dal giovane fotografo autodidatta, per condividere il suo approccio visivo sulla pagina Instagram l4artiste, con un pubblico di oltre 40 mila follower. Usando il linguaggio fotografico per esprimersi liberamente, superando barriere linguistiche, sociali, culturali e spirituali, nel 2018 Ismail Zaidy ha anche iniziato a dare un corpo anonimo e paesaggi minimali (s)travolti dal colore al progetto 3aila (عائلة) Un progetto traducibile dall'arabo in famiglia e tra i finalisti del 9th CAP Prize per la fotografia africana contemporanea.

Le sue esplorazioni, libere da cliché e pregiudizi sul paesaggio marocchino, la cultura africana e la società musulmana, visualizzano i meccanismi che regolano le relazioni tra gli individui della sua famiglia e di quella più grande dell’uomo. Inquadrano altro per guardare dentro, sfruttando al massimo le risorse tecnologiche fornite da uno smartphone (Samsung Galaxy S5) e la complicità dei fratelli minori Othmane e Fatima. I collaboratori ideali delle diverse fasi del processo creativo, dall’idea e il reperimento di materiale nel mercatino delle pulci di Marrakech, all’interpretazione della maggior parte dei personaggi degli scatti, messi in scena prevalentemente nel piccolo studio Sa3ada (gioia in arabo) allestito sul tetto della loro casa, tra il bucato di jeans e veli neri stesi ad asciugare. Orizzonti dell'uomo che si addensano sotto i cieli di un Marocco tutto da scoprire ovunque, insieme a se stessi e l'altro da se.

The family jewels - Ismail Zaidy l4artiste pinterest
© Ismail Zaidy, photo courtesy of the author
The family jewels - Ismail Zaidy l4artiste
Strained bonds - Ismail Zaidy l4artiste pinterest
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Strained bonds - Ismail Zaidy l4artiste


Ismail Zaidy l4artiste pinterest
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Ismail Zaidy l4artiste
Ismail Zaidy,  l4artiste, Marocco, Marrakech, photo fashionpinterest
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Ismail Zaidy l4artiste
Ismail Zaidy,  l4artiste, Marocco, Marrakech, photo fashionpinterest
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He cried power - Ismail Zaidy l4artiste
Can't be caged, Ismail Zaidy,  l4artiste, Marocco, Marrakech, photo fashionpinterest
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Can’t be caged - Ismail Zaidy l4artiste
Equal bunshin's, Ismail Zaidy, l4artiste, Marocco, Marrakech, photo fashionpinterest
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Equal bunshin’s - Ismail Zaidy l4artiste