Firenze, 20 maggio 2020. In bilico tra ciò che era e cioè che è stata per troppo poco tempo (?). Firenze vuota senza turisti e Firenze che torna a essere la Firenze pre lockdown: una situazione di stallo durata pochissimo. Ho cercato di mappare la città con i tratti della Fase 2 e dalle nuove libertà che abbiamo riconquistato. Ci sono i giusti vincoli di un Covid che ha lasciato segni e nuove routine ma ci sono anche i momenti in punta di grazia: posti vuoti, poco frequentati, rivelatori di un'architettura dimenticata. Quando rivedremo lo scalone di piazzale Michelangelo con i fiorentini seduti distanti, radi pois in un luogo dove sostano pullman di turisti 365 giorni l’anno? Quando rivedremo il Chianti svuotato dai suoi inglesi abitudinari (turisti s’intende, non i neo-toscani con passaporto inglese che hanno decretato la nascita del Chiantishire)?
Dal café Rivoire e le sue cioccolate con panna in cerca di acquirenti alla Macelleria Falorni di Greve in Chianti, istituzione passata da dieci dipendenti a una sola persona. Il ponte Vecchio che respira senza passanti fermi alle vetrine di gioielli, Santa Croce senza picnic improvvisati ma fiorentini che guardano la loro città con occhi diversi. Quanto durerà tutto questo? Poco, pochissimo, è già finito. Le città svuotate, le città che si ri-animano sono un’opportunità per concepirle come mai prima? O sono tristi cartoline di un’estate italiana che avrà ripercussioni a lunghissimo termine?