“Viaggiare serve soltanto a voler più bene al luogo dove siamo nati”, diceva lo scrittore catalano Noel Clarasò I Serrat. Per lui questo luogo era la Catalogna. Per la fotografa Carolina Sandretto, autrice del progetto Postcards from Italy, invece è l'Italia. Soprattutto quella delle spiagge e della villeggiatura. Raccontata attraverso una serie di scatti che sembrano un album di memorie di viaggio.

Già, perché il modo in cui l’artista, da sempre impegnata ad accrescere la consapevolezza e ispirare attivismo sociale, assembla le sue composizioni riporta subito al mondo dei ricordi. Carolina gioca con le sovrapposizioni: lo stesso luogo ritratto nella cartolina di secoli prima viene immortalato e poi sovrapposto in modo da diventare un racconto nel corso degli anni.

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Postcards from Italy

Si, ok, lo sappiamo: disquisire di viaggi in un periodo buio come questo, scandito dal lockdown e dal distanziamento sociale, ha il retrogusto della beffa. Eppure la mostra, curata da Claudio Composti al Plaza Project Art Room di Viareggio fino all’ 1 settembre, ha l'effetto di un balsamo. Apre la mente e permette di volare con la fantasia.

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Pietrasanta

Carolina, una laurea in scienze politiche alla Cattolica, ha tagliato la Penisola in due come una turista qualsiasi e ha immortalato i suoi monumenti più iconici esplorandone la loro trasformazione, spesso dovuta soprattutto all'avvento della tecnologia e dei social network. Ha studiato il rapporto tra i visitatori e quei luoghi, un po’ come avveniva nel XVII secolo, quando il fenomeno del Gran Tour portava in Italia i giovani delle grandi e ricche famiglie europee, a conoscere le bellezze della nostra arte millenaria. Erano viaggi sì, ma anche percorsi di crescita: durante il tour non solo i rampolli completavano la loro educazione culturale, ma vivevano una grande avventura di vita. Ogni città, ogni piazza, ogni chiesa visitata si trasformava così in pensieri scritti, disegni, pagine di diario.

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Il Villino

Postcard from Italy è dunque un racconto nostalgico per immagini che ci conduce lontano anni luce dalle dinamiche dei like e della contemporaneità. La fotografa, che per anni ha vissuto e lavorato a New York, sceglie infatti un approccio antitetico a quello digitale, ritraendo i monumenti con una macchina fotografica analogica. E' stata obbligata a resettare tutto e aspettare il momento giusto della giornata per lavorare. È entrata nei luoghi, - da Piazza dei Miracoli a Pisa e le spiagge della Versilia, Pietrasanta e Roma - li ha studiati, ha stabilito un contatto. Insomma, si è presa il suo tempo.

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Pisa

Alla fine, osservando le sue immagini, scopriamo che questi posti non sono cambiati poi tanto negli ultimi secoli. Ad essere cambiato è però il nostro modo di viaggiare. Oggi a differenza del ‘700 non soggiorniamo più a Firenze o Venezia diversi mesi per studiarne chiese, palazzi e scorci, ma abbiamo solo bisogno di avere la prova di esserci stati, un clic sul display del cellulare che dimostri che la nostra esperienza è stata reale, magari aumentando i nostri follower su Facebook o Instagram. La nostra relazione con i luoghi si è stravolta completamente: difficile dire se in meglio o in peggio. Anche se un’idea noi ce la siamo fatta...