Lo stemma in pietra sulla facciata della villa padronale parla chiaro, la data incisa è il 1525. Come dire che La Pescaia ha cinque secoli di storia da esibire. «È sorta su un insediamento etrusco ed è straordinario che la proprietà fino a poco tempo fa sia rimasta a un’unica famiglia nobiliare, i Tolomei di Siena». A raccontarlo è Margherita Ramella, che questa tenuta nella campagna del Grossetano l’ha adottata insieme alla sorella Beatrice e ai loro mariti, gli argentini Mariano e Gonzalo. «All’inizio è successo tutto un po’ per caso, mio padre ha acquisito la proprietà e io e Beatrice abbiamo iniziato a riflettere su come recuperare questo luogo, che dopo anni di abbandono versava in pessime condizioni».

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Courtesy La Pescaia
Resort La Pescaia

Una gran dama bisognosa di attenzioni, La Pescaia. Che in compenso deve aver messo in atto qualche sorta di innata malìa - non c’entra sempre l’amore? -, perché queste due milanesi doc dal 2014 hanno scelto di abitare qui. Un cambio di vita sostanziale per due giovani donne destinate a carriere importanti e a una ricca vita sociale: laurea in Filosofia e un corso di Recitazione a New York per Margherita, gli studi in Economia e un lavoro in un brand di moda americano per Beatrice. Quando Margherita però ha conosciuto Mariano, che ai tempi era istruttore di sub, è stato naturale per loro scegliere la campagna e gli orizzonti aperti, che Mariano, originario della Patagonia, ha nel dna. E come spesso succede si presenta la sorella a un amico e, in un’uscita a quattro, Beatrice ha incontrato Gonzalo. Anche lui argentino, ma del Nord, cresciuto tra cascate e foresta, è molto più a suo agio in una situazione agreste che a una scrivania. Lui e Mariano hanno fatto squadra scegliendo di dedicarsi a scuderie, animali e coltivazioni. L’idea iniziale era di rimettere a posto poche stanze da affittare come bed & breakfast, ma col tempo La Pescaia è diventata un microcosmo assai variegato, con il maneggio dei cavalli, l’allevamento di galli e galline di razze speciali, insieme a un grande orto, ai frutteti e alla produzione di olio extravergine ricavato dagli ulivi secolari che circondano la tenuta. In realtà oggi è un resort diffuso. «Le camere della villa e gli altri appartamenti ospitano al massimo 36 persone. Poche, rispetto agli spazi che avremmo a disposizione», commenta Beatrice. Per offrire la privacy desiderata. Una scelta voluta, come tutto quello che succede alla La Pescaia, dove la cura del particolare è il biglietto da visita per chiunque arrivi, ospiti e amici.

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Courtesy La Pescaia
Cena open air a La Pescaia.

Il lusso semplice è la chiave. I nomi delle stanze che omaggiano le nobildonne Tolomei del passato, le foto d’epoca appese nella grande sala da pranzo. I letti a baldacchino con le tende leggere e i vecchi pavimenti in cotto. «La nostra alla fine non è stata una ristrutturazione vera e propria, abbiamo valorizzato e conservato quello che c’era, facendo aggiustamenti nel tempo». Non stupisce che La Pescaia sia diventata la location di matrimoni importanti, anche internazionali: «Sono il nostro punto di forza», spiega Margherita. «In questo momento l’attività è rallentata dalla pandemia, ma è già ripartita la programmazione. Le cerimonie fatte qui diventano memorabili (c’è anche una cappella), l’atmosfera è molto bella». E unica, pochi altri luoghi possono vantare tanta storia e autenticità.