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©Belvedere-Wien_Johannes Stoll

Chi ha detto che non esistono artiste donne? Perché a guardare bene, anche oltre lo Stivale, di femmine con cavalletto e tela ce ne sono parecchie. Anche in Austria, terra solitamente conosciuta per i suoi grandi compositori di opere musicali straordinarie, emergono nei secoli nomi importanti nel panorama artistico femmineo.

Tina Blau fa parte di questo grande portfolio. Pittrice, nasce il 15 novembre nella Vienna del 1845. Fin da piccola mostra subito interesse per il disegno. I suoi scarabocchi vengono notati dal padre, medico dell’esercito austro-ungarico, il quale supporta subito il suo carattere creativo. Certamente insolito all’epoca se nati, come Tina, in una famiglia piuttosto modesta e con limitati mezzi a disposizione. Eppure il signor Blau la incoraggia. Così, durante i suoi studi, riesce a incontrare diversi maestri, colleghi che la incoraggiano ancora di più. In particolare Wilhelm Lindenschmit, di cui diventa allieva prediletta e Emil Jakob Schindler il quale capisce subito che la pittura della giovane può diventare una vera e propria arte. E quindi un lavoro. Un grande sodalizio quello dei due, che nulla è riuscito a interrompere, nemmeno un aspro litigio che sarebbe avvenuto tra i due.

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Vienna, la sua casa

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Se fino a quel momento Tina viaggia con l’immaginazione, è una volta emancipata dalla sua vita formativa che è in grado di farlo concretamente. Quindi un giorno prepara la sua valigia con pochi abiti e tanti colori e parte a esplorare l’Austria, la sua terra. In particolare le zone brulle, verdi, dove l’erba ha sapore e le nuvole sembrano panna montata. Visita anche stati come l’Ungheria, l’Italia, la Francia e i Paesi Bassi. Ed è in questi ultimi che realizza uno dei suoi più grande capolavori: Jew’s Street of Amsterdam.

Vienna la sua casa

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Tina Blau primavera al Prater


Ma la sua casa è Vienna, la ringstrasse, dunque i suoi viali ottocenteschi, i parchi. Come il Prater, immenso e diventato negli anni uno dei suoi soggetti preferiti da dipingere. Forse perché lì ha il suo studio, ricavato in un padiglione rimasto dall’Esposizione Universale del 1873, “che”, spiega il curatore del Belvedere di Vienna Markus Fellinger, tra i palazzi-museo più belli e noti al mondo in cui sono custodite molte opere di Tina Blau, “ancora oggi ha un uso artistico”.

Alla ricerca della luce

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Tina Blau Krieau nel Prater

Oppure è per via della luce, elemento fondamentale della tecnica dell’austriaca, la quale filtra tra i rami e le foglie degli alberi secolari. Fino alla sua morte, avvenuta nel 1916 l’area verde rimane il fulcro della sua ispirazione. Ma come si è visto, Blau ama espandere i propri orizzonti e uscire dall’amata Vienna e dai suoi bellissimi musei e palazzi.

Dal Belvedere al Castello di Schönbrunn

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Tina Blau Vista di Viea dal Belvedere

Oltre al Belvedere, passeggia felice anche all’Albertina e al Castello di Schönbrunn, il quale ai suoi tempi si trova in campagna mentre ora è parte integrante della capitale, grazie a un’importante espansione urbanistica. E fuori dalle mura ideali si reca a Grinzing, Heiligenstadt o Perchtoldsdorf.

Una pittrice straordinaria

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Tina Blau Oetz 1901

Come Schönbrunn, prima sono dei paesini vicini al Danubio, oggi quartieri viennesi celebri per il verde e per la viticoltura. Non è un caso che Fellinger suggerisca di partire per un tour in quelle zone, per rimirare i luoghi prediletti dalla Blau e poi concludere in bellezza bevendo un buon bicchiere di vino. Vienna rimane comunque centrale nella biografia poetica e mondana della pittrice. Di questa vi è una tappa, in particolare che mette in risalto non solo il valore professionale ma anche umano: conscia del fatto che l’arte per le donne è ancora un tabù (non hanno infatti il permesso di diventare membri né della Künstlerhaus né più tardi della Secessione) e di come sia stata fortunata ad avere un padre orgoglioso sin da subito di lei oltre che dei mentori di tutto rispetto fonda insieme ad altri colleghi la Scuola d’Arte per donne e ragazze di Vienna, dove insegna fino al 1915. Appena un anno prima di mancare. Un atto che oggi sarebbe considerato di routine o addirittura passerebbe inosservato, perché normale, ma all’epoca è un vero e proprio gesto di forza attraverso la poetica dell’arte e della cultura.

Tina Blau diventa così esempio per tutte le altre artiste viennesi e non solo del futuro ma anche portavoce di autrice vissute prima di lei inascoltate oppure conosciute esclusivamente nella veste di personaggi del bel mondo, come Angelika Kauffmann, pittrice di grande talento nata in Svizzera ma cresciuta in Austria, prima di morire a Roma. La Blau con la sua vita esprime lo spirito di una nazione amante dell’arte, della natura, dei luoghi da preservare. Un’Austria da dipingere e appendere in musei straordinari, luoghi di riflessione per la mente e benessere dello spirito.

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