È settembre, i tramonti dorati sono tra i più fragranti dell’anno mentre l’estate si spegne in un autunno di cui al momento si notano solo le ombre più lunghe e i colori che tingono i colli lievemente più caldi. È vero, agosto era l’altro ieri ma magari siete andanti in ferie a luglio, o magari potete comunque permettervi un weekend rinfrancante prima di tuffarvi in quello che ineluttabilmente considerate il nuovo anno lavorativo, solo che non sapete ancora dove giocarvi la fiche-relax di questo fine-settimana rilassantissimo. E noi siamo qui proprio per suggerirvi cinque tappe toscane, tra loro vicine, in grado di rendere vario, inaspettato, tiepido e magico il vostro momento di distacco.

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Wolfgang Kaehler//Getty Images

È venerdì sera e siete a San Quirico d’Orcia, passeggiando per i vicoli dell’antico, minuscolo borgo medievale vi imbattete in un edificio splendido, la Collegiata dei Santi Quirico e Giuditta, una chiesa romanica che ci riporta addirittura all’VIII secolo. Splendidi i tre portali, quello che guarda verso Siena – siamo su un tratto della via Francigena – tra le tappe 35 e 36, per la precisione – è emblematico per via delle decorazioni, è infatti uno degli unici esempi di stile lombardo in Toscana. Bello anche il portale che guarda a sud, attribuito a Giovanni Pisano. Passeggiando incontrerete un’altra antica chiesa, quella di San Francesco, di cui vi colpiranno i begli elementi gotici e una Vergine di Andrea della Robbia ma soprattutto capiterete all’interno degli Horti Leonini, uno splendido, sorprendente, iniziatico e direi anche ipnotico giardino rinascimentale all’italiana da cui si accede da un’entrata lungo le mura. Disegnati attorno a metà ‘500 da Diomede Leoni, i giardini hanno al centro una bella statua di Cosimo III de' Medici, e girando un po’ al loro interno vi imbatterete anche nei resti della Torre del Cassero, un’antica torre medievale di quasi 40 metri, distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale.

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Gary Yeowell

È sabato mattina e siete qui per rilassarvi, puntate sicuri verso Bagno Vignoni, un posto che – se non ci siete mai stati – non potrà che rapirvi con la sua magia acquatica, il centro, minuscolo, affaccia interamente su una vasta vasca che ne fa da piazza metafisica, e quella in cui si specchiano gli antichi palazzi e i vostri volti non è acqua qualunque, ma acqua termale. Avete l’imbarazzo della scelta, non vi resta che infilarvi per almeno mezza giornata in una delle diverse strutture termali che insistono proprio lì, davanti a voi…

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Maremagnum

Rinfrancati nel corpo e nello spirito non può che far per voi una città ideale, e si dà il caso che da queste parti ci sia Pienza, tra i pochi posti al mondo a poter vantare con cognizione di causa un simile titolo. Vero gioiello della Val d’Orcia, il piccolo centro deve la sua fortuna per aver dato i natali a Papa Pio II, al secolo Enea Silvio Piccolomini, che qui vide la luce nel 1405. Il Papa, una volta eletto tale, volle trasformare quello che era il suo umile paese natìo, Corsignano, in un tesoro urbanistico-architettonico, e per questo affidò un restyling totale del borgo all’architetto Bernardo Rossellino e all’umanista Leon Battisti Alberti, che in appena quattro anni, dal 1459 al 1462, disegnarono Pienza come la vediamo oggi: un unitario sogno quattrocentesco. “Nata da un pensiero d’amore e da un sogno di bellezza”, secondo la famosa definizione di Giovanni Pascoli, a Pienza è impossibile non visitare il Duomo e il Palazzo Comunale, caratterizzato da un ampio loggiato. Sempre nella stessa piazza insiste il bel Museo-Palazzo Piccolomini, dal cui bellissimo giardino pensile si ammira uno dei panorami più belli di tutta la Val d’Orcia, liberi di far correre lo sguardo da Montalcino fino al Monte Amiata.

È domenica mattina, e se mi avete seguito fin qui bisogna che continuiate, questo che vi propongo sembra un detour – pur tra queste splendide campagne – e forse in effetti lo è ma non ve ne dimenticherete… Più o meno a metà strada tra Pienza e San Quirico d’Orcia ecco uno dei posti fotogenicamente più noti dell’intera Toscana, si tratta di una piccolissima chiesina su colli che paiono dipinti: è la Cappella della Madonna di Vitaleta, vi aspetta in cima a graziosa collina, circondata da un paesaggio così intenso da sembrare simbolico (scegliete il vostro spot e scattate, Instagram ringrazierà).

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È tempo di raggiungere un posto sorprendente, perché in un weekend come questo c’è anche spazio per qualcosa di forse ignoto, al limite dell’impensabile: stiamo per entrare nel Giardino di Daniel Spoerri – un parco interamente dedicato all’arte contemporanea in cui saremo in mezz’ora di macchina. Ideato all’inizio degli anni ’90 dall’artista svizzero Daniel Spoerri, questa tenuta sulle pendici del Monte Amiata, è un piccolo paradiso floristico, oltre che un centro d’arte a cielo aperto. Ed è proprio qui che anno dopo anno Daniel Spoerri ha cominciato ad accostare alla natura una serie di sculture.
Nel 1997 il Giardino di Daniel Spoerri è stato inaugurato e riconosciuto come fondazione culturale senza scopo di lucro, ospita 113 installazioni di 55 artisti su un territorio di 16 ettari, ricchi di bosco, macchia mediterranea e olivi – che non aspettano altro che la vostra immersione.

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Non resta che concludere la nostra due-giorni-quasi-tre in un centro bellissimo, noto per un vino eccellente: Montepulciano. Eccoci dunque qui, nella patria del Vino Nobile, mentre passeggiamo nella splendida Piazza Grande, pronti a lanciarci in un susseguirsi di imponenti palazzi rinascimentali, botteghe artigiane, splendide chiese e vicoli mozzafiato. Percorrendone le due strade principali, che sembrano quasi ignorarsi, vi accorgerete che il borgo è come una mandorla, e che da un lato, appena fuori dalle mura, scendendo un colle ripido quanto coperto d’uliveti ecco di fronte a noi il Tempio della Madonna di San Biagio, meravigliosa chiesa a pianta centrale opera di Antonio da Sangallo il Vecchio. Un elemento architettonico memorabile, esempio tanto alto che perfino Michelangelo la prese come modello quando si mise a progettare l’aspetto della basilica di San Pietro in Roma (confrontate i suoi disegni con questa chiesa). Non ve ne vorrete mica andare prima di una bella cena innaffiata di Vino Nobile? Non c’è che l’imbarazzo della scelta, ma prima di entrare in uno dei tanti ristoranti del borgo concedetevi una visita ad almeno una delle antiche cantine, scendono nei meandri della terra con le loro fondamenta medievali, celano botti antichissime e talvolta enormi e danno l’impressione di essere in un tempio, dedicato a Bacco – ça va sans dire.

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