Nel mondo ci sono cose difficili da definire, impossibili da controllare, ma così potenti e dinamiche da incarnare l'energia stessa del cambiamento e della mutazione, come Exu. Un totem in Africa occidentale, un bambino (Eleggu) a Cuba, un giovane uomo seducente (Exu o Legba) in Brasile, un uomo anziano (Papa Legba) ad Haiti. Il diavolo per i missionari. Una delle entità più fastidiose e temute della complessa religione Yoruba (detta a Cuba Regla de Ocha o Santeria), in grado di comunicare con il suo ricco olimpo di divinità (Orisha) e mettere ostacoli lungo la strada percorsa da chi vuole riscattare il controllo sulla propria vita. L'entità spirituale perfetta per guidare il viaggio di Cristina De Middel & Bruno Morais alle radici della spiritualità africana e delle trasformazioni intraprese dalle religioni giunte in tutto il mondo con i suoi schiavi. Il viaggio ancestrale che arricchisce visioni intriganti del progetto Exuegguá (Midnight at the Crossroads - Minuit à la croisée des chemins), insieme all'umanità mai aumentata della 49°edizione del celebre Les Rencontres de la photographie di Arles, con la mostra curata da Claudi Carreras Guillén, alla Croisière di Arles (2 luglio - 23 settembre 2018).

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Courtesy Cristina de Middel & Bruno Morais​/Arles 2018
Cristina de Middel & Bruno Morais, Untitled from the Midnight at the Crossroads series (Exuegguá), Benin, 2016.

Un viaggio alle radici della forza dinamica che regola ogni movimento nell'esistenza, insieme alla struttura narrativa del progetto fotografico intrapreso nel 2016 dalla spagnola Cristina De Middel (Alicante, 1975), insieme al brasiliano Bruno Morais (Rio de Janeiro). La coppia, unita dall'arte, l'amore e la passione per le visioni più enigmatiche della realtà, ci conduce nell'universo di Esù, l'unico messaggero tra gli dei e gli uomini, al crocevia tra due mondi, toccando le coste e le religioni di Benin, Cuba, Brasile e Haiti.

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Nel gennaio 2016, grazie a una residenza presso la Fondation Zinsou, i due fotografi sono giunti nella pittoresca città costiera di Ouidah, lungo la costa africana del Benin. Tanto nota per il suo fiorente traffico di schiavi ottocentesco, da essere ribattezzata la Costa degli Schiavi (anche nel libro Il Vicerè di Ouidah del mitico viaggiatore-scrittore Bruce Chatwin). Il luogo ideale per iniziare il loro progetto sul viaggio intrapreso dalle religioni africane insieme agli schiavi e le successive trasformazioni intraprese dalle loro entità lungo la strada.

Per un mese partecipano a cerimonie e rituali, decisi a esplorare la cosmogonia religiosa di un universo esoterico ed enigmatico, in grado di offrire ben più di cannibali, zombie e stregoni. Stimolare nuove prospettive sulla storia spirituale degli uomini che popolano il mondo dalla notte dei tempi, minacciata dall'avanzata delle chiese evangeliche e della globalizzazione.



La sensibilità visiva di entrambi, messa già a frutto per l'esplorazione dei territori più esposti e meno preparati ad affrontare i problemi ambientali di Excessocenus (vincitore del Greenpeace Awards), consente al viaggio di Exuegguá di entrare in contatto con le molteplici divinità (Orishas) del Pantheon Yoruba. La dea del fiume (Oshun) e del mare (Yemanjà), insieme al Dio della giustizia (Chango) e del ferro (Ogun), quello di venti e tempeste (Oya) e una divinità trans genere che si prende cura di arcobaleni (Oshumare). L'attenzione e obiettivi si concentrano però sulla più inaccessibile, temuta e incontrollabile di tutte: Exu. Sulla sua capacità di trasformazione e di adattamento alle nuove realtà.

Nel corso del 2016 il progetto tocca Cuba, con la Santería, poi il Brasile, dove Umbanda e Candomblé offrono la rappresentazione più fedele di ciò che è arrivato nel continente latinoamericano, insieme alla forza lavoro ridotta in schiavitù. Haiti segna l'ultima tappa del viaggio, con il moderno vudu che prende origine da una delle religioni più antiche del mondo, presente in Africa sin dai primordi della civiltà umana.


Documentando miti e leggende delle religioni che arrivano dal continente africano, insieme al profondo legame tra Africa e Americhe, il progetto offre un accesso privilegiato a una delle entità più enigmatiche della spiritualità contemporanea. Forse anche a una maggiore comprensione di certi legami, capaci di annientare differenze discriminatorie e sterili cliché.

Chi desidera incontrare Cristina De Middel, può anche approfittare del workshop intensivo che terrà a Parigi il prossimo 16-19 giugno. L'occasione ideale perr approfondire la conoscenza dell'approccio a realtà e fotografia che le ha permesso di realizzare il delizioso The Afronauts, con la pazza storia vera della missione spaziale dello Zambia, diventando il secondo fotografo spagnolo invitato a far parte della prestigiosa agenzia Magnum.