Il 24 agosto esce Souldier (Sony), il nuovo album di Jain. A tre anni dal debutto con Zanaka, la giovane cantante francese torna a farci ballare e saltare, in attesa del concerto dell'8 dicembre a Milano.

La sua musica funziona come un booster di buon umore: un misto di pop, hip hop, soul, ritmi arabi, tamburi africani e svolte elettroniche. Ispirazioni raccolte vivendo tra Africa, Dubai, Abu Dhabi e Parigi. E testi caldi e veri, come la luce del sole.

Com’è il tuo Souldier? È un combattente pacifico e amorevole, un paradosso. Parla di libertà ma soprattutto della mia ricerca di indipendenza. Di una persona che sta bene con gli altri ma è forte e consapevole, e sa di poter fare ciò che vuole. Sono cresciuta, mi sento una donna ora e lo affermo così.

Il video del singolo Alright è un inno al girl power. Cos’è diverso nella tua vita perché sei donna? Nella musica le produttrici sono molto rare, nella mia famiglia siamo tutte femmine e abbiamo dovuto batterci per ottenere rispetto. Questa è una canzone sulle donne e sull’empowerment, l’ho scritta per un’amica che era giù dopo la fine di una relazione, per tirarla su e dirle di credere in sé.

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Quando è cambiato tutto? Quando siamo andati a vivere in Congo. Studiavo già la batteria, ma lì ho imparato a conoscere le percussioni, a scrivere una canzone, a mettere in parole le emozioni, a trovare uno stile. Il primo passo per la mia libertà.

Come reagisci all’ondata di intolleranza diffusa? Tra i miei amici si parla molto, per capire come fermare chi ci vuole dividere. Ma non mi spaventa, penso alle persone unite dalla musica, che ballano ai concerti, e sono sicura che andrà tutto bene.