Shaping a Sustainable Digital Future è stato il titolo di un incontro con importanti protagonisti della contemporaneità che si è tenuto alla Fondazione Prada. È la seconda conferenza promosso dal Gruppo Prada che si incentra sui temi più caldi dell'attualità, nell'intenzione di stimolare confronti, suscitare idee e muovere contraddittori.
Questa volta, oltre a due tavole rotonde e a un discorso estremamente interessante di Nicholas Negroponte, il pensatore-scienziato che per primo ha studiato il rapporto delle interfacce tra l'uomo e il computer, tra ciò che definiamo "umano" e "artificiale", tra quel che contrappone l'analogico al tecnologico, a moderare i dibattiti sono stati i docenti delle Schools of Management del Politecnico di Milano e di Yale. Atenei che hanno lanciato, in vista della conferenza. un concorso, dal nome Hackathon, riservato ai studenti, a cui è stato chiesto di sviluppare un progetto che unisse la sostenibilità e la digitalizzazione. I vincitori hanno presentato la loro idea di compenetrazione tra tecnologia e cura per l'ambiente: il primo, Being, indaga le possibilità di arricchire e mentenere le eredità culturali del passato, in ogni sua forma - cartacea, fotografica, video - utilizzando l'intelligenza artificiale. Il secondo, Chain Re-Action,esplora l'uso di determinati parametri da combinare con le stampanti 3D per una produzione di massa che elimini sprechi e scorie. Infine, Interlite lavora intorno all'idea di rivoluzionare completamente il processo di confezionamento e manifattura dei beni di lusso, ricorrendo alla cultura del riciclo creativo corroborata dal matrimonio del tocco umano con quello digitale.
In effetti, quando si parla di sostenibilità, si tende a connetterla più a discorsi legati all'ambiente e alla natura che alla dimensione dell'immateriale: invece dai discorsi dei relatori, primo tra tutti Nicholas Negroponte, che ha fatto un discorso potente, sovversivo, quasi rivoluzionario. Sul tabellone luminoso del Magazzino alla Fondazione Prada, si sono alternate frasi come "Il capitalismo non è democrazia", "Il cittadino non è un consumatore". Si tratta quindi di una necessità, per il mondo di oggi, di ricorrere sì, a una nuova forma di sostenibilità che si rispecchi più in un'ecologia dei segni che in un'ecologia puramente ambientale.
Con Andrea Illy, presidente di Illycaffé, Carlo Mazzi, Presidente di Prada S. p. a., Anil Menon, Presidente di Cisco, si è posto l'accento sulla grande responsabilità che investe le aziende private in questa transizione verso un futuro che possa essere plasmato in maniera migliore con una digitalizzazione che è arricchimento e non impoverimento culturale.
Nel caso della Fondazione Prada, per esempio, si va muovendo in questa direzione la partnership con Edison. L'azienda di energia mette a disposizione il know-how e le competenze di eccellenza per avviare un percorso virtuoso verso la sostenibilità e l’uso efficiente delle risorse, come l’energia, la luce, il calore e l’acqua. Edison realizzerà per le strutture di Fondazione Prada a Milano uno smart audit,cioè una diagnosi energetica innovativa, in grado di individuare le aree di miglioramento negli usi energetici e intervenire per ridurre i consumi delle principali strutture a maggior intensità energetica e impatto dellaFondazione, individuando le opportunità per accrescerne la compatibilità ambientale ed evitare gli sprechi.