FECONDAZIONE - Dopo anni di polemiche, l’Italia ha abolito il divieto dell'eterologa. Per molte coppie è una vittoria, per altri l'ennesima follia legalizzata, ma intanto ricorrere a un donatore per chi ha problemi di infertilità adesso non è più reato. Un titolo per ripensare ogni tipo di (in)fecondità, dedicato a chi sa che catturare la vita significa tenacia, dolore, e in ogni caso voglia di investire in qualche specie di amore: L’uomo seme, di Violette Ailhaud (Playground, 7 euro, 55 pagine).

Perché leggerlo: Perché è intessuto di coraggio, poesia, passione. Quello di un gruppo di contadine dell’Alta Provenza che, i loro uomini spariti, deportati o uccisi durante una rivolta (siamo nella Francia di Napoleone III), improvvisamente si ritrovano con letti e culle vuote. Costrette a una decisione: il primo maschio che capiterà nel villaggio, a turno sarà di tutte.

Tre ragioni per apprezzarlo: è una storia vera, meravigliosamente scritta da una delle protagoniste; è la dimostrazione che fecondare la vita si può, purché si sappia continuare ad amarla; è un esempio di come anche la spregiudicatezza possa unirsi al pudore (Violette, autrice del racconto, prima di morire - nel 1925 - lo depositò in busta da un notaio con la richiesta di non aprirla prima del ‘52, per affidarla alla più adulta tra le sue discendenti, purché tra i 15 e i 30 anni di età. Con l’auspicio forse che, già consapevole ma non troppo in là nella vita, fosse in grado di giudicare libera da pregiudizi).

Il colpo di fulmine: per il papà di Violette, un uomo dell’Ottocento che educa la figlia come uno del 2050, e che conosce il rispetto per le donne: «Rivedo mio padre tornare a casa tutti i giorni con almeno un fiore, una scheggia di legno, un fungo, tre fragole o qualche ribes selvatico, e a volte una pietra. Mia madre diceva: “Che hai portato?”. Lui rispondeva che portava il suo debito di uomo per avere il diritto al proprio posto presso il focolare».

Modalità di lettura: con già in tasca un biglietto per la Francia. Dove L’homme semence (titolo originale del libro), giunto alla settima edizione continua a ispirare spettacoli di cinema, teatro, danza, e a Digne-les-bains ha dato spunto anche un festival.

Lo scaffale: Amore Vero («Alla fine dell’estate, una sera, Jean si è fatto la sua borsa. Ha detto: “Domani, riprendo la mia strada”. Sono rimasta in silenzio. Sapevo che era il suo dovere, il suo diritto, la sua libertà, il suo cammino. Avrei avuto tutto il tempo di piangere dopo, quando sarebbe partito. Ho sorriso e ho approfittato del mio uomo, fino all’alba, come la prima volta. La vita girava. Era stata dura e bella con noi. E lo sarebbe stata ancora»).

Che cosa comprare dopo: un altro piccolo libro prezioso, immerso in un'altra provincia incantata. Luce d'estate, ed è subito notte, di Jón Kalman Stefánsson (Iperborea, 16 euro, 304 pagine) è un racconto corale, un intrecciarsi di voci che sposta la narrazione da un'abitazione all'altra di un paesino islandese di 400 anime. Un universo senza tempo sospeso tra realtà e immaginazione perché, dice Stefánsson, “a volte nei posti piccoli la vita diventa più grande”.

Bookcrossing: possibile cedere una copia di L'uomo seme solo in cambio di: n. 1 copie di Cent'anni di solitudine, di Gabriel García Márquez, una visionarietà irripetibile e solo sua, ma la stessa irriducibile fede nella potenza dell'amore.

(Bookstagrams, bookblog per booklover spericolati, ha per protagonisti i librai. L'obiettivo: trasformare parole, idee e fatti in (inattesi) link verso i loro (e i nostri) libri del cuore. I titoli di questa settimana sono stati scelti e commentati da Claudio Moretti, libreria Marco Polo, Sestiere Cannaregio 5886A, calle del Teatro Malibran, Venezia.