Probabilmente conosco più fotografi intriganti che gatti di razza (amo i randagi senza riserve), ma quelli capaci di mettere a nudo la natura femminile, insieme alle forme sinuose del corpo e del desiderio, non sono poi così tanti. Tre dei più rappresentativi dello sguardo maschile, animano comunque la prima monografica dedicata esclusivamente a questo genere di fotografia alla Helmut Newton Foundation di Berlino (fino al 19 maggio 2019). Saul Leiter. David Lynch. Helmut Newton: Nudes non si limita però a un confronto di stili diversi come il giorno e la notte. Si avventura nell'universo conturbante di tre sguardi che hanno usato la fotografia per mettere a nudo ben più del corpo (spesso senza privarlo dei vestiti), con il mondo privato, intimo e sovversivo della donna.

Saul Leiter, foto donnapinterest
© Saul Leiter Foundation / Courtesy Howard Greenberg Gallery
Saul Leiter, Untitled (Marianne), New York, undated

« Ho passato gran parte della mia vita da sconosciuto. Sono sempre stato molto felice così. Essere ignorati è un gran privilegio. Così penso ho imparato quello che gli altri non vedono e a reagire alle situazioni in modo diverso » - Saul Leiter

Approfittando del "privilegio" di essere ignorato per vedere ciò che altri non osservano nemmeno, Saul Leiter si è concesso anche il piacere di ritrarre le donne che ha amato (anche solo come amiche), nell'intimità del suo appartamento di New York. "Uno dei piaceri della sua vita", per Margit Erb, fondatrice e direttrice della Saul Leiter Foundation di New York, dopo essere stata assistente per diciotto anni del grande fotografo. Lo sguardo pronto a tradire le aspettative del padre studioso del Talmūd, ma mai la passione per la pittura che guida la sua esplorazione del colore e della vita, dalle strade di New York alla moda di riviste come Harper's Bazaar e Vogue UK.

I suoi ritratti intimi (e talvolta timidi) di piccolo formato e grande respirio, sorridono, fumano, si perdono nei pensieri e negli sguardi di 100 stampe vintage. Poco note, fino alla pubblicazione del libro che li raccoglie nelle pagine di In My Room (Steidl Books, 2018). Molto apprezzate dopo la mostra, che ne ha presentato una selezione di nuove stampe, alla Howard Greenberg Gallery di New York.

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« Mi piace solo entrare in strani mondi. Succede molto di più quando ti apri al lavoro e ti lasci agire e reagire ad esso. Ogni lavoro 'ti parla' e se lo ascolti, ti porterà in posti che non hai mai sognato » - David Lynch

L'immaginario visionario di tanti film disturbanti e di un incubo a occhi aperti come Twin Peaks, non abbandona mai l'ombra di David Lynch. Non fanno eccezione i frammenti del discorso amoroso e appassionato, messo a nudo nella sala centrale del museo di Berlino. Una bocca rosso fuoco, un volto trattenuto da dita smaltate (di rosso), la curva di un seno o di una gamba. Una mano sfiorata dall'ombra e dallo sguardo.

I desideri più viscerali di Lynch fanno l'amore con il colore e le sfumature del bianco e nero, in venticinque fotografie di grande formato. Visioni conturbanti, selezionate e stampate esclusivamente per questa mostra, incluse nelle pagine di Nudes, pubblicato dalla parigina Fondation Cartier nel 2017.

« Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l’arte della fotografia » - Helmut Newton

Le donne scoperte da un maestro della provocazione fashion come Helmut Newton, concludono questo viaggio nella rappresentazione delle forme del corpo e del desiderio, con tutta l'audace ambiguità che le contraddistingue. In ogni scatto, amazzoni senza veli e pudori, vestono eleganti fragilità e conturbanti zone d’ombra, palesando le trasformazioni e i conflitti identitari della donna, insieme al riflesso di vizi e virtù dell’Occidente postmoderno.

La controversa rappresentazione della donna, perfettamente a suo agio in un universo maschile e decadente, quanto quella che ha reso celebre Charlotte Rampling nuda al Nord Hotel Pinus II, gli abiti maschili di Gia Carangi che seducono le strade di Parigi, o il vestito scollato sul seno della sua inseparabile compagna di vita e d'arte, June Newton aka Alice Springs. Le ottanta opere in mostra, già raccolte in volumi celebri come White Women (1976) e Big Nudes (1981), continuano a mettere a nudo il mondo della donna 'oggetto-protagonista' del nuovo millennio, insieme a quello di chi la guarda e desidera.