Sono già passati dieci anni dalla sua controversa scomparsa, ma Michael Jackson resta un mistero vivissimo. Il sublime fatto icona, a prova di figli, aspiranti sosia e scottanti documentari. Forse perché i brividi vengono sempre dal profondo (nel bene e del male). Perché usi e abusi dello star system, continuano a tracciare il sentiero luminoso dal re del Pop, ritratto con tutta l'ironia di chi ne condivide passioni e ossessioni. Le nostre e di David LaChapelle. L'enfant terrible della fotografia che ha abbandonato il liceo a 15 anni, è stato scoperto da Andy Warhol allo Studio 54 e per Interview Magazine ha iniziato a fotografare croci e delizie della celebrità, sperimentandole di persona sin dagli anni Ottanta. Un viaggio follemente esuberante, costellato di opere e domande, mentre Will You Still Love Me Tomorrow? potrebbe offrirne anche qualcuna inedita (ma sempre sovversiva), con la mostra alla Staley-Wise Gallery di New York (fino al 2 marzo 2019).

David LaChapelle, Andy Warholpinterest
© David LaChapelle / Courtesy Staley-Wise Gallery, New York
David LaChapelle - Andy Warhol: I’m a Deeply Superficial Person, 22 novembre 1986
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« Non sono schiavo né della moda, né delle celebrità. Sono nelle condizioni di dire no a chiunque e di potere fare foto che non riguardino solo il vestito o la marca che si pubblicizza. La fotografia usa la moda e viceversa, ma io uso la moda come un ingrediente del mio lavoro. Anche remunerativo, ma non imprescindibile » - David Lachapelle

Schiavo forse solo di se stesso (come molti di noi), David LaChapelle trasforma la galleria di Soho nel reame pop(-olare) e visionario che esiste e resiste agli eccessi del contemporaneo e al sottile equilibrio tra sacro e sacrilego, con scintille d'umanità e uno scrupolo d'ironia.

David LaChapelle - Elton Johnpinterest
© David LaChapelle / Courtesy Staley-Wise Gallery, New York
David LaChapelle - Elton John: Egg On His Face, 1999

Dall'ultima seduta (in bianco e nero) di un mentore del calibro di Mr. Warhol, alle uova (all'occhio di bue) per Elton John che stravede per le montature d'occhiali più bizzarre, ci si può imbattere nel frutto di anni di lavoro con moda e pubblicità (per vivere della sua grande passione per la fotografia), il logo (Vuitton) applicato con un aerografo sul corpo nudo di Lil Kim, o quello tatuato e ingioiellato di Tupac che fa la doccia con i nostri sguardi.

Il prezzo del successo travolge Faye Dunaway come le piaghe d'Egitto, affoga Courtney Love, regala trasgressioni esplosive a Eminem, parecchi aghi a Pamela Anderson, mentre Amy Winehouse ricorda tutti gli amici caduti sotto il suo peso (anche con il video girato da LaChapelle per Tears Dry on Their Own). Le lacrime si asciugano da sole e il falò della vanità brucia insieme alla condizione effimera dell'esistenza, con il marchio bene in vista della società consumistica.

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© David LaChapelle / Courtesy Staley-Wise Gallery, New York
David LaChapelle - Faye Dunaway: Day of the Locust, 1996
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© David LaChapelle / Courtesy Staley-Wise Gallery, New York
David LaChapelle - Hillary Clinton: Politician’s Paradox, 2010

Anche i paradossi della politica sono in mostra, con il volto di Hillary Clinton contratto da sorrisi e pianti (forzati?), mentre i riflettori puntati sul successo dell'umanità ne inquadrano anche il lato oscuro. The dark side of fame.

Lo stile surreale e dissacrante del fotografo, mette sotto i riflettori l'umanità stravolta (e trasfigurata) dal culto del corpo e del successo, lasciandosi ispirare (e salvare) dal lato più spirituale dell'arte e dell'esistenza, Michelangelo e Bernini, tra madonne nere e corone di spine per tutti.

La pietà che investe David Bowie mentre culla un manichino del suo istinto di conservazione e trasformazione, molto diversa da quella di Courtney Love che tiene tra le braccia Kurt Cobain. A travolgere Angelina Jolie: Lusty Spring è addirittura la transverberazione dell'Estasi di Santa Teresa di Gian Lorenzo Bernini (l'istante in cui Dio prende il cuore della Santa).

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© David LaChapelle / Courtesy Staley-Wise Gallery, New York
David LaChapelle - David Bowie Self Preservation, 1995
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© David LaChapelle / Courtesy Staley-Wise Gallery, New York
David LaChapelle - Elizabeth Taylor: National Velvet, 1999

«Federico Fellini, Andy Wahrol e Gesù. Ognuno a modo suo ha cambiato la mia vita» - David LaChapelle

Forse a cambiare parecchio la vita di David LaChapelle è stato anche il prezzo del successo. Quello che lo ha spinto a vivere nella fattoria biologica fondata sull’isola hawaiana di Maui, a alternare la fotografia con video musicali, eventi teatrali dal vivo, The Red Piano di Elton John, il film RIZE o il video del ribelle Sergei Polunin che balla sulle note blues di Take me to church. Will You Still Love Me Tomorrow si concede comunque una profonda meditazione su desiderio e fama, fede, vulnerabilità e redenzione.

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© David LaChapelle / Courtesy Staley-Wise Gallery, New York
David LaChapelle - Tupac Shakur: To Begin Again (I), 1996