I’ll see you on the dark side of the moon - Pink Floyd, Dark Side of the Moon, 1973

Quando gli inglesi avvistano per la prima volta il volo di un maiale, i Pink Floyd hanno già iniziato la loro discesa lisergica nel lato oscuro del rock, con vibrazioni psichedeliche destinate a cambiare la storia della musica e del nostro immaginario. Per sempre. Le riflessioni sull'oscurità dell'anima, dell'esistenza e delle guerre dell'uomo che vibrano con The Dark Side of the Moon, dal primo all'ultimo battito cardiaco che apre e chiude il memorabile album, si sono già trasformate in crisi esistenziali con lo strepitoso successo discografico di Wish You Were Here. Quando il gonfiabile rosa soprannominata Algie, ennesimo figlio dal genio senza pace di Roger Waters, si libra nei cieli di Londra per la copertina di Animals, le viscere della musica prefigurando la fine dell'umanità, anticipano anche la parabola discendente del gruppo inglese, passato dall’underground al successo. Prima dell'apoteosi dell'incomunicabilità di The Wall e la cesura di The Final Cut. Anche dopo lo scioglimento ufficiale, la storia dei Pink Floyd non ha mai smesso di darci appuntamento sul lato oscuro. Oggi anche al ritmo della collettiva Pink Floyd: il lato oscuro, alla Ono arte contemporanea di Bologna (26 settembre – 30 novembre 2019), tra fotografie che seguono la musica, maiali senza ali capaci d'interrompere il traffico aereo e sperimentazioni destinate a cambiare tutto.

Pink Floyd live, Jill Furmanovskypinterest
© Jill Furmanovsky
Pink Floyd live © Jill Furmanovsky
Andrew Whittuck, Syd Barrett, Pink Floydpinterest
© Andrew Whittuck
Andrew Whittuck - Syd Barrett performing live on stage, playing Fender Telecaster guitar, 1967



Approfittando dell'obiettivo della macchina fotografica, affatto amato dalla band, il percorso espositivo torna a immergersi nella sua storia di metamorfosi e iperbole, sbarcate sul mercato discografico inglese nell'agosto del 1967, con i coinvolgenti light-show all'Ufo Club e tutti gli oggetti non identificati di The Piper at the Gates of Dawn. Folgorante album d'esordio e pietra miliare di uno Space Rock deciso a scandagliare gli spazi siderali interiori. Ogni immagine in mostra affianca i fulgori della band, inquadrati da una fotografa come Jill Furmanovsky e Colin Prime, alle lunghe ombre che ancora abbracciano il culto di 'un diamante pazzo' come Syd Barrett. Indimenticabile fondatore e primo leader dei Pink Floyd, fotografato da Andrew Whittuck mentre fa urlare la sua Fender, da Baron Wolman a San Francisco nel 1967, durante il primo tour americano dei Pink Floyd. Prima della sua scomparsa dalla formazione originale del gruppo nel 1968 e dalla scena psichedelica d'oltremanica, lasciando su entrambe un segno indelebile.

Pink Floyd, Colin Prime/ JFApinterest
© Colin Prime/ JFA
Pink Floyd
Pink Floyd live, Jill Furmanovskypinterest
© Jill Furmanovsky
Pink Floyd live

A restituire l'essenza stessa dei Pink Floyd, provvedono le immagini di Storm Thorgerson, fotografo e graphic designer, co-fondatore con Aubrey Powell dello Studio Hypgnosis che contribuisce a realizzare le copertine più iconiche e memorabili del gruppo. La rappresentazione stessa della luce e della sua frammentazione fisica, per la celebre copertina di The Dark Side of the Moon nel 1973. Lo specchio incendiario del concept di Wish You Were Her nel 1975 (con l'assenza di Barrett e dei propri sentimenti). La viscerale claustrofobia di Animals, estesa nel 1977 al decadimento di tutto il genere umano, con gli assoli di chitarra di David Gilmour che abbaiano, guaiscono e ringhiano, mentre il maiale Algie vola tra le quattro ciminiere della Battersea Power Station sulla riva sud del Tamigi. Ogni riferimento a La fattoria degli animali di George Orwell è voluto e inevitabile. I traumi, le perdite e l'assoluta influenza di Roger Waters, prendono completamente il sopravvento sul gruppo.

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L'iconica centrale termoelettrica inglese apparsa nel cinematografico Help dei Beatles, in Quadrophenia degli Who, o lo stesso Orwell 1984 di Michael Radford del 1984, è scelta da Waters anche per la presenza decadente della costruzione che incombe sul paesaggio inglese, con le sue ciminiere che la fanno somigliare alla "tartaruga girata sulla schiena" immobile e indifesa che descrive alla BBC. L'immagine finale, ideata dallo stesso Waters con Hipgnosis, è comunque frutto della sovrapposizione di due immagini scattate in giorni diversi, per sostituire con un cielo degno dei quadri di William Turner, quello troppo sereno del maiale fotografato in volo. Il gigantesco gonfiabile di 13 metri a forma di maiale fa storia. Recuperato mentre spaventa le mucche di una fattoria del Kent, dopo essersi staccato dal suo ancoraggio, per avventurarsi nei cieli di Londra, arrivando a creare scompiglio e fermare i voli di Heathrow, oltre a procurare enorme pubblicità gratuita al lancio dell'album.

Jill Furmanovsky, David Gilmour, Pink Floydpinterest
© Jill Furmanovsky
Jill Furmanovsky - David Gilmour
Colin Prime, Pink Floyd, Syd Barret, Ruskin Park,pinterest
© Colin Prime/JFA
Colin Prime - Pink Floyd and Syd Barret, Ruskin Park, Denmark Hill, London, April 1967



Destinata a diventare una sorta di mascotte, simbolo e messaggero dei Pink Floyd, Algie continuerà ad accompagnare tutte le loro future tournèe. Come femmina con Waters che ne rivendica la paternità, quando lascia definitivamente i Pink Floyd nel 1985. Dotato graficamente di attributi maschili, per poter accompagnare le future esibizioni di David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason, fino al loro scioglimento definitivo. Una replica di Angie torna in volo anche a Battersea, in occasione dell'uscita dell’antologia di dischi dei Pink Floyd del 2011.

I suoni inquietanti del requiem per 'il sogno del dopoguerra' di The Final Cut, dedicato alla figura del padre di Roger Waters, morto in Italia durante lo sbarco di Anzio del 1944, nel 1983 sanciscono il forte desiderio di dare un taglio al passato. Waters lo fa definitivamente lasciando i Pink Floid, ma l'appuntamento sul lato oscuro è ancora valido e la domanda sempre lecita:

And if I show you my dark side, Will you still hold me tonight - Pink Floyd, TheFinal Cut, 1983

Jill Furmanovsky, Pink Floyd, Abbey Road Studiospinterest
© Jill Furmanovsky
Jill Furmanovsky - Pink Floyd, Abbey Road Studios, 1975