Ma io non ne voglio di comodità. Io voglio Dio, voglio la poesia, voglio il pericolo, voglio la libertà, voglio la bontà. Voglio il peccato. Aldous Huxley, da Il mondo nuovo

Altro che l’erba voglio non cresce neanche nel giardino del re, come ci veniva ripetuto da bambine. È il momento di esercitare il nostro volere, è il momento di ritornare a vivere. Usciamo da un anno che ci ha annichiliti e riponiamo molte speranze in questo 2021 che ci accoglie diverse. Diverse nel nostro modo di lavorare, socializzare, vedere il mondo. Mentre aspettiamo il vaccino (non vedo l’ora arrivi il mio turno) e cerchiamo di capire come chi ci governa pensa di rimettere in piedi l’economia, far funzionare le scuole e la sanità, in noi è forte la volontà di distrarci, di sopperire alle mancanze imposte dai tempi che viviamo.

Che cosa vogliamo? Non è ancora possibile farlo fisicamente, ma vogliamo tornare a viaggiare, con fiducia. Per ora usando l’immaginazione, come ci racconta Marina Mander, scrittrice nata col gene di Wanderlust, quello dei viaggiatori. Vogliamo amori che diano sicurezza e siano il nostro spazio protetto, come le belle coppie della Generation of Love che vi presentiamo in questo numero: giovani, maturi, che insieme superano ogni differenza. Vogliamo la libertà di pensiero di visionari come Brian Eno e Robert Redford: quanto c’è da imparare da questi vecchi pieni di talento (e che dicono anche cose interessanti sulla capacità di reinventarsi). Vogliamo il coraggio e la capacità di donare di Niccolò Agliardi: il cantautore ci racconta la sua storia di single che ha accolto due ragazzi. Forse è proprio l’amore la vera rivoluzione di ogni vita. Che sia per un partner, un figlio o per il proprio lavoro. E in questo momento è la nostra forza.

Non a caso la moda riscopre la dolcezza del romanticismo, un modo di vestire sensuale e poetico. La seduzione passa dalla testa, dai gesti non da spacchi e nudità. Ci sono grandi ispirazioni in questo numero: le amiche che insieme fondano piccoli marchi di bellezza per rispondere a dei bisogni o per dare un’impronta più sostenibile al sistema, e i grandi chef, mentori di cuochi emergenti che partono dal loro territorio per creare una cucina a km zero. Condivisioni e reti che si sostengono. A proposito: anche se lo leggerete nelle prossime pagine, voglio ringraziarvi per aver abbracciato la nostra iniziativa di fine anno, time2share. Era nata quasi per gioco con Claudia Parzani, Adelaide Corbetta e Helen Nonini, ed è diventata una condivisione entusiasmante e senza fine. I ponti si sono moltiplicati: continueremo ad alimentarli raccontandovi storie e creando connessioni.

Voglio essere ottimista, voglio la poesia, scampare i pericoli, incontrare la bontà. Voglio un mondo nuovo.