Giulia Scialanga, chef. La ricerca della vocazione è stata lenta e ragionata: lasciati gli uffici stampa di Ralph Lauren e di Giorgio Armani, ha studiato al Cordon Bleu di Parigi e all’Alma, scuola internazionale di cucina italiana. «Ho poi lavorato un anno al Joia di Milano, sotto la guida del grandissimo maestro Pietro Leemann» e proprio in quella cucina ha conosciuto le socie Sara Nicolosi e Cinzia De Lauri, con cui ha fondato Altatto, catering vegetariano e vegano. Riflettendo sui trentenni, dice: «Tempo fa ho letto un articolo che ci definiva come la generazione che ha rinunciato all’amore. Viviamo un momento di superficialità, travolti dal ritmo frenetico e agiamo in rincorsa. Dovremmo ritrovare il tempo e il silenzio per riflettere, faticare e combattere per ciò che reputiamo giusto».

Antonella Antonelli, direttore di Marie Claire. Romana trapiantata a Milano, ricorda ogni passo del percorso da segretaria di redazione a direttore («avevo accettato il primo lavoro in un femminile con sufficienza, ero il cliché anni 70 della ragazza femminista con gli zoccoli»). Il primo fotografo a chiedere di lavorare con lei è stato proprio Fabrizio Ferri: «Ho vissuto tante esperienze straordinarie che non mi lasciavano chiudere gli occhi per l’emozione». L’istinto sopra la ragione e quello stesso entusiasmo li ha messi in ogni pagina, soprattutto nei dieci anni da direttore di Marie Claire, e in questo ultimo numero di #Likes firmato da lei. Pensando ai figli Giulia e Pietro: «Ho imparato con grande impegno che una madre deve accettare e ascoltare un figlio. Solo così saprà accogliere qualsiasi cambiamento».

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Fabrizio Ferri