"La maison di Givenchy e Clare Waight Keller annunciano la fine della loro collaborazione": una storia d'amore (e di stile) che si chiude con un post sul canale Instagram della maison, un annuncio stringato e senza concessioni ai sentimentalismi, quello che sancisce la fine dell'era Waight Keller e della sensualità androgina alla corte di Hubert de Givenchy. Un fulmine a ciel sereno, soprattutto considerando le ultime collezioni, che parevano un lavoro preparatorio sublimatosi nell'ultimo defilé per l'A/I 2020, ad un passaggio di stile e semantico, all'interno di una nuova estetica, lontana anni luce dalle felpe da basket e le sneakers di Riccardo Tisci.


Non si conoscono (ancora) i motivi del divorzio, ma sempre su Instagram, nello stesso post, i toni ufficiali sono distesi e concilianti. "Givenchy vuole ringraziare con affetto Clare Waight Keller per la sua leadership creativa, e il contributo che ha fornito al nuovo capitolo della Maison". Un contributo che ha portato Givenchy in un viaggio oltre Manica, rendendolo (di nuovo) sinonimo di un guardaroba da sogno (courtesy Meghan Markle e il suo abito da sposa, immaginato proprio insieme alla direttrice creativa, di cui è grande amica nel privato, oltre le cortesie e le deferenze di corte) ma asciutto, adatto ad una contemporaneità svelta, pratica, senza rinunciare alla poesia. E, anche a livello, economico, secondo i dati di BofAML-Bank of America Merrill Lynch, il marchio è stato, insieme a Dior e Versace, quello che avuto un più forte slancio nel terzo trimestre del 2019. Si attende adesso di scoprire chi sarà protagonista, di questo nuovo capitolo della maison di Kering, e come e se cambierà, di nuovo, il marchio fondato da Hubert.

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