Ciò che paghiamo mezzo stipendio anche con un altro prezzo conserva sempre il suo scopo. Non c’è bisogno di citare a metà Shakespeare per raccontarci che un sacchetto di plastica del supermercato o una economicissima sportina di Tiger assolve al compito di borsa da definizione Treccani: accessorio che serve per portare con sé denaro e altri oggetti. Eppure, citare a metà Shakespeare serve a raccontarci nel modo più realistico possibile (come la lovestory di Giulietta e Romeo), che dietro all’acquisto di una borsa di marca si nascondono teorie psicologiche non indifferenti. Perché, acquistare una borsa, tanto negli anni Venti quanto nel 2018, possiede un significato socio-psico-economico-politico così imponente da reggere e/o distruggere mercati, reputazioni couture e sogni di massa. Dunque: perché le donne comprano una it-bag da collezione da secoli e secoli?

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La storia della borsa femminile (ci riguarda tutte). Per le flapper (le donne inglesi dei primi anni 20 volutamente libere e libertine) la parola borsa rimava con emancipazione femminile, emancipazione conquistata all’indomani della Seconda Guerra Mondiale (dove la moda cambia e si semplifica proprio per ovviare costi fashion non più sostenibili). Infatti per le riottose inglesi del buon costume la borsa a sacchettino (contenente sigarette & banconote combo letale) significava indipendenza da far notare. Il potere della borsa lascia il segno anche molti decenni dopo. Quando si bruciano i reggiseni ma non ci si separa dal tascapane in cuoio che accompagnava le discese in piazza delle sessantottine parigine. Poi è giunta la it-bag di stagione, quella borsa che, a differenza della borsa sartoriale di inizio secolo che doveva essere differente per distinguersi dalle altre dame, più era diffusa più era da avere. Sì parliamo ANCHE del famigerato bauletto dei primi anni Duemila. Con il bauletto le borse diventano più grandi per contenere più oggetti rispetto al portacipria. E il loro costo? Sale.

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Le borse più costose del mondo? Indubbiamente il mito della borsa da avere trova le sue radici in una maison che ha fatto della lista d'attesa uno statement. Basti pensare che quest'anno qualcuno è arrivato a spendere 380 mila dollari per una Birkin di Hermès come racconta Alexandra Shulman su Business of Fashion. Dal 1937 cerchiamo disperatamente di accaparrarci una Kelly Bag (e c’è pure chi ha scritto una collana di manuali for dummies della ricerca). Non è un caso che le borse così costose fossero associate a celebrity icone di lusso estremo anche quando shabby: Grace Kelly e Jane Birkin, per intenderci. Poi sono cambiate le borse e con loro anche l'idea di lusso: per esempio quando è arrivata la coppia di sorelle Paris e Nicky Hilton che hanno collezionato City di Balenciaga in tutti i colori del mondo, l'effetto è stato quello di far schizzare il desiderio del marchio. Paris Hilton in rosa costante era stucchevole? Poco importava.

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Perché le donne comprano borse costose anche quando non potrebbero permetterselo? Molto più delle scarpe - utili e per nulla opzionabili - le borse sono il feticcio di donne facoltose. E non. Sono l'ambizione o la devozione per un marchio di lusso? O hanno una questione calda da risolvere: ovvero sono il capo di moda di cui è impossibile sbagliare taglia? Non diremo mai “questa borsa mi fa sembrare grassa?”, scherza (ma mica tanto, eh) la Shulman su Bof. Le borse non sono casi finanziari quanto le sneakers (una su tutte sempre lei, la Triple S di Balenciaga) ma catalizzano il più grande mercato vintage, le più grandi alleanze tra sorelle per ereditare la borsa in cuoio che (tra pochi anni) varrà sempre di più. Non a caso è stato calcolato da uno studio di Baghunter che il miglior investimento fashion rimane ancora una volta la Kelly il cui valore, confrontato all’andamento azionario dell’oro, dà in crescita maggiore la Kelly (per intenderci l'oro ha un rendimento annuo dell'1,9% mentre il capolavoro Birkin del 14,2%). Eppure quella custodia che serve per portare con sé denaro e altri oggetti ha IL potere emozionale (e finanziario) che serve per raccontarci favole di vita e per citare a metà Shakespeare: ama, ama follemente (le borse), ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente.