A Roma, alla galleria Contemporary Cluster a cura di Giacomo Guidi sono in scena le creazioni di Taro Hanabusa: gioielli unici in metalli preziosi che l'artista modella direttamente sul volto e sul corpo dei suoi clienti, per indossare calchi preziosi del loro corpo, vere protesi decorative.

Forte della sua esperienza come dentista e odontecnico, l'artista lavora su una modificazione del corpo che usa il corpo stesso come ispirazione, e dove i gioielli diventano una seconda pelle, alla pari di un tatuaggio metallico: un'idea che ha conquistato Rihanna, Jaden Smith, Lady Gaga, Marilyn Manson e gli idoli del pop coreano G-Dragon e Big Bang. Origini giapponesi, viaggiatore per vocazione, Tori Hanabusa va in giro per il mondo per la sua collezione di ornamenti da volto e da mani per la collezione che si chiama Fangophilia.

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Paolo Cencarelli
L’artista Taro Hanabusa con una delle maschere gioiello modellata sul suo volto.
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Paolo Cencarelli
Taro Hanabusa con un coprinaso e degli anellati modellati sul suo.

Maschere, orecchini modellati sul lobo, anelli plasmati sulle dita e addirittura dentiere lucenti sono in mostra, dove è possibile acquistare anche alcuni dei suoi accessori. Il suo è un lavoro che si connette alla visione della mutazione genetica ed estetica, e intende riallacciare le possibili dipendenze tra arte, scienza, filosofia, tecnologia, che stanno permeando molta della cultura giapponese di oggi. Si è reso disponibile a per una breve (e inquietante) intervista.

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Chi sei?
Taro Hanabusa, dentista giapponese e autore del brand di gioielli Fangophilia .

Perché fai quello che fai?
Ero un dentista normale fino a sei anni fa. Poi ho cominciato ad annoiarmi molto, per la routine del mio lavoro, e ho quindi desiderato fare qualcosa di nuovo. I dentisti modellano denti tutti i giorni. E quindi mi è venuta l'idea che sarebbe stato divertente fare il calco anche di altre zone del corpo per realizzare modelli su misura.

Dove hai imparato a creare gioielli?
Da nessuna parte. Il mio curriculum è solo quello di un dentista. La mia curiosità per i gioielli forse deriva dal mio amore per la scienza.

Da dove trai la tua ispirazione?
Come ho già detto, dalla mia preparazione scientifica e anche dalla mia passione per le modificazioni corporee. Penso ai miei pezzi come gioielli che aiutano a modificare la percezione del nostro fisico. La gente può indossare una seconda pelle, solo che è di metallo.

Quali obiettivi vuoi raggiungere?
Le curve e le forme della fisicità umana sono naturalmente belle. Quindi non hanno bisogno di decorazioni aggiuntive. Il mio obiettivo è l'esaltazione di una bellezza minimale.

Come ti identifichi, professionalmente?
Il mio stile è molto diverso da quello degli altri designer. Per realizzare le mie opere devo incontrare personalmente chi li indosserà. Ecco perché mi piace definirmi un "traveler designer".

Perché scegliere questa forma d'arte?
Perché è l'unica forma che mi assicura un metodo che nessun altro può usare come me.



(Si ringrazia Contemporary Cluster a cura di Giacomo Guidi per l'intervista).