C’è un dettaglio che sfugge alla fisica del virale. L’emulazione. Ci sono oggetti del design subiti negli anni ma che diamo ancora per scontati. Tipo? L’Arbre Magique, capolavoro sul crinale del kitsch e del geniale. Dopo che Fiat Panda di ogni tipo hanno ospitato l’alberello profumato più virale di tutti i tempi, e dopo che le Yankee Candles versione profumazione d’auto hanno soppiantato la silhouette più profumata del mondo, ci è voluto Demna Gvasalia per riportare in auge l’abete. Problema: un comune Arbre Magique costa circa 1 euro e 40, il direttore di Balenciaga lo ha preso e riprodotto moooolto simile in versione portachiavi di Balenciaga al prezzo di 180 euro. Omaggio chiarissimo come da N collezioni di Demna? Uso del più classico a favore del neo-trash? No secondo l’azienda Car-Freshner Corporation and Julius Sämann Ltd che ha fatto causa a Balenciaga perché non è stato siglato nessun accordo per utilizzare quella silhouette versione couture.
Nelle stesse ore in cui Demna rilascia le sneakers di Vetements per Reebok, ovvero moda costosa a prezzi accessibili, il dibattito su quanto un oggetto pop possa diventare costoso si riapre. Il mondo Balenciaga era già abituato all’effetto Ikea, con la shopper che riprendeva uso e linea della celebre sacca “da trasloco Erasmus”. Ma questa volta The Fashion Law parla del passato ri-uso della silhouette di AM da parte del brand (sempre dei moda) Anya Hindmarch, previa, però, accordo con l’azienda detentrice del brevetto. Il dubbio rimane: il genio in house a Balenciaga non è stato compreso nel suo voler celebrare un maxi oggetto di largo consumo o il problema è sempre il cartellino che fa storcere il naso a chi in quel portachiavi ci vede un piccolo manifesto couture accessibile?