Si sono fatti andar bene le gonne – ma su quello, bisogna dirlo, i kilt scozzesi indossati molto virilmente da Sean Connery hanno fatto da apripista – e pure la iuta e la corda, che portano ai piedi senza vergogna, con le espadrillas; non ci si stupisce più della french perfettamente applicata alle unghie, e si moltiplicano gli esponenti del sesso forte ormai testimonial di marchi beauty – l'ultimo in ordine di tempo è l'hair stylist, life guru e personalità tv Jonathan Van Ness, nel cast di Queer Eye, divenuto il primo testimonial uomo di Essie – e il mercato delle borse da uomo, per il quale si è già trovato un neologismo, le “murse”, crasi di men e purse, prende letteralmente il volo. C'è però ancora, un ultimo tabù, che pare non riesca proprio a trovare la strada per il guardaroba maschile: quello degli accessori in paglia. Eppure, non ha mai avuto storicamente connotazioni che lo abbinassero al genere femminile, e negli Anni 20 di Grandi Gatsby e Padrini sanguinari, ci si metteva in testa il Panama con fascia in gros grain in colori estivi, per mostrarsi con stile sui campi da golf, o anche solo nelle località vacanziere.

Panama hat in Ecuadorpinterest
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Un assunto destinato a cambiare? Le previsioni sono rischiose, ma il dato di fatto è che i creativi, a invertire questa tendenza, ci stanno provando da almeno un paio di stagioni. Forse, oggi più che mai, gli uomini sono pronti a sfoggiare borse tote bag in paglia, dato che le vendite di zaini sono ai minimi, e i grandi marchi hanno già fiutato l'affare, modificando ad hoc i loro grandi classici in materia, e mettendoli sulle passerelle delle sfilate maschili, come nel caso della Saddle Bag di Dior, considerata universalmente estensione filosofica della figura di Carrie Bradshaw, e che invece Kim Jones per la pre-fall 19 ha “metallizzato”, rendendola protagonista del guardaroba di lui. Un assunto sostenuto anche da un recente articolo di Hypebeast, nel quale Graham Wetzbarger – al capo del team che deve verificare la qualità e il valore dei prodotti venduti sul sito di reselling TheRealReal – sostiene che Millennial e Generazione Z non hanno più timori di sorta, nell'invadere un territorio considerato da sempre femminile.

A scorrere l'elenco degli stilisti che per quest'estate ( e anche la prossima) hanno puntato sul fascino degli accessori di paglia nelle sue declinazioni nel dipartimento accessori, ci si trova di fronte delle conferme attesissime (Jacquemus e Loewe) e delle sorprese, invero, inaspettate (Celine). D'altronde, Simone Porte, fondatore di Jacquemus, e Jonathan Anderson, creativo alla guida di Loewe, si sono sempre distinti per una visione poetica e romanzata della figura maschile, più vicina agli estetismi da dandy inglesi gender-fluid che a muscolari portatori di un eccesso di testosterone – che, a onor del vero, non si vedono più molto in giro, almeno sulle passerelle – quindi non ha sorpreso vedere sfilare per i campi della Provenza, per la stagione primavera/estate 2020 di Jacquemus, uomini con tracolle in paglia e jeans con patchwork, in un revival seventies.

Animato invece da uno spirito più vacanziero, J.W. Anderson le ha trasformate in versione maxi, con tracolla, da abbinare ad ariosi vestiti a stampe che descrivono maxi geometrie. Proporzioni, quelle xxl, che convincono anche i più improbabili artisti di generi storicamente noti come poco avvezzi alla fluidità di genere. E invece, se ASAP Rocky è stato avvistato – almeno prima del suo arresto in Svezia – con una borsa in paglia del marchio, che portava ricamata addosso il simbolo dello yin e yang, qualcosa sta forse cambiando.

E in effetti, a portare le borse di paglia non solo nel guardaroba casual, ma estendendone la portata alla metropoli, è stato Hedi Slimane, che per Celine ha immaginato i suoi uomini in perfetta linea con la sua estetica – smilzi, occhiali aviatori, biker jacket e jeans strettissimi, pronti per gli eccessi notturni delle city – ma ha dato loro una borsa intrecciata in paglia, con dettagli in pelle, ça va sans dire, total black. Essendo Slimane notoriamente un professionista capace di intercettare i desiderata di uomini e donne, e trasformarli in beni luxury, prima che si sia capaci di formalizzare una qualunque teoria in merito, la questione merita più di una riflessione.

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E in effetti, Christian Allaire, contributor di Vogue US, ha deciso di lanciarsi in un esperimento per testare quanto il pubblico generale sia davvero pronto a vedere gli uomini muoversi per la city con le murses di cui sopra. Tra le differenti scelte per l'esperimento sociale, anche una tracolla, con catenina dorata e profili a contrasto, in paglia, una Marmont firmata Gucci. L'ha indossata per uscire dall'ufficio e andare a pranzo, nella caotica New York City. Qualche sguardo, ammette, ma forse erano di invidia per il pezzo high-end indossato, più che per l'idea di vedere un portatore del cromosoma XY con un accessorio considerato patrimonio mondiale UNESCO dall'altra metà del cielo. Certo, ammette lui stesso, scandalizzare i newyorchesi è impresa complessa, e forse la scioltezza degli abitanti della grande mela non troverebbe repliche nell'interno del paese.

Il regno degli accessori di paglia forse domani comincerà davvero, ma come rispondeva Arya nella serie finale di Game of Thrones, ad una Melisandre che le chiedeva “Cosa rispondiamo alla morte?”, siamo sicuri che “Not today”.