20 anni sono troppo pochi per amarsi.

Se potessi rivivere un secondo degli ultimi vent’anni, sarebbe…

Quando avevo 20 anni non c’era differenza tra i sogni e la realtà. Vivevo i miei sogni.

20 anni non bastano per fare tutto quello che voglio fare.

Dove eravamo quando ci siamo dette fra noi e noi adesso ho vent’anni…, con chi eravamo quando abbiamo spento venti + venti candeline fra ciuffi di panna spessa, chi eravamo ieri, cosa siamo diventate oggi? Apriamo una scatola immaginaria per (ri)trovare ricordi concreti, che sono voli pindarici su un passato ancora vivido, sono mani che si sfiorano, sono scambi di sguardi fugaci, doni preziosi eterni. E in questo scrigno di memorie in cui il tempo sembra fermarsi, battono al ritmo dei nostri cuori le lancette di J12, l’orologio Chanel che quest’anno compie 20 anni. Di sorprese, reinvenzioni, complicità in ogni secondo. E la maison di Rue Cambon celebra l’accessorio-gioiello diventato icona attraverso un bouquet di corti d’autore che hanno i volti, le voci, i sorrisi… i polsi di una rosa di muse che hanno scritto la storia di Chanel negli ultimi 20 anni. Lily Rose Depp, Ali MacGraw, Claudia Schiffer, Naomi Campbell, Vanessa Paradis e Liu Wen guardano dritto l’obiettivo, ci confessano senza troppi filtri il significato che hanno deciso di dare al tempo.

preview for Le muse di Chanel J12

Per Vanessa Paradis in 20 anni non pronunciamo abbastanza la parola “ti amo” (ops, je t’aime), per sua figlia Lily-Rose il tempo ha iniziato a scorrere all’impazzata dal giorno in cui ha chiuso la sfilata di Chanel vestita da sposa, mano nella mano con un cavaliere immortale, Karl Lagerfeld. Aveva poco meno di vent’anni Claudia Schiffer quando viene notata da un talent scout in una discoteca della Germania, all’alba della stessa notte la sua vita era già cambiata e, insieme alla sua, anche quella della maison parigina che la cristallizza negli scatti e sulle passerelle simbolo degli anni Novanta. Dove si arriva marciando per vent’anni ininterrottamente sulla (retta) via che conduce alla lotta contro la discriminazione dei diritti delle donne? Lo testimoniano le falcate di Naomi Campbell, sopra e sotto le passerelle.

Donne ispiratrici del sacro fuoco creativo della coté devota all’orologeria di Chanel, il J12 prende il suo nome dai velieri classe J12 dell’America’s Cup, che Jacques Helleu adorava. Il direttore artistico, che nel 2000 creò l’orologio pensandolo come un accessorio senza tempo, si ispirò anche alle silhouette sportive ma eleganti delle carrozzerie delle macchine da corsa. Vent’anni dopo la sua creazione, Arnaud Chastaingt, direttore dello Studio Creativo dell’orologeria, decide di fare un restyling dell’orologio senza modificarne l’identità che ha creato il suo mito e il suo successo. Unico plus? Il J12 è stato dotato del nuovo movimento di manifattura il Calibro 12.1. Realizzato in ceramica ad alta resistenza, doppia declinazione nero brillante o bianco intenso, vincitore del Grand Prix d’Horlogerie de Genève 2019, nella categoria “Dame”, è un’icona dell’orologeria moderna che, inalterabile, si reinventa, conservando l’identità alle origini della sua leggenda. Come ogni donna, qualsiasi sia il numero dei secondi vissuti.