Sardegna, 1800 a.C. è nella splendida isola del Mediterraneo durante l'epoca nuragica, che si sente parlare per la prima volta della fede sarda. Un monile da indossare solitamente all'anulare sinistro, dove si vuole scorra la vena amoris, chiamata così dai latini. Come le fedi nuziali tradizionali o gli anelli di fidanzamento, anche questo anello viene utilizzando nel tempo per celebrare un sodalizio amoroso, un'unione eterna, oppure una nuova nascita. Il costume vuole però che sia la madre a regalare alla figlia la propria fede sarda, in modo che possa passare di mano in mano anzi, di dito in dito, tra le future generazioni della famiglia. Cosa rende questo prezioso gioiello così speciale? Due elementi: la leggenda che vi ruota attorno da millenni e la lavorazione. Pare che in passato la fede dei sardi fosse forgiata dalle Janas, le fate che popolavano gli angoli brulli e isolati dell’isola italiana in età nuragica. Vivevano nelle Domus de Janas (case delle fate) dove lavoravano la filigrana realizzando anelli e altri gioielli, incastonati con pietre preziose tipiche dell’isola, tra cui il corallo e l’ossidiana. Questi monili venivano poi indossati dalle fate nelle occasioni più importanti, come l’incontro con le divinità. Una storia questa che affascina tutti e che rimane ancora nel credo popolare.

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francescomoufotografo//Getty Images

Dal 1986, nel centro storico di Fonni (Nuoro), le abili mani artigiane di due fratelli Tore e Raffaele Pirisi forgiano a mano le fedi sarde d’eccellenza. E quando si tratta di confermare o smentire le storie che ruotano attorno il monile isolano dicono che la leggenda “delle Janas potrebbe essere quella più attendibile, o forse più fantastica.” Inoltre, “che la fede sarda nasca come fede matrimoniale non lo si può affermare con certezza.” In fatto di nozze, sono però sicurissimi per quanto riguarda le fedi sarde Fonnesi - Sa lorihà e conca -, chiamate così in sardo, “essendo tradizionali del nostro paese e uniche”. Vicende storiche a parte, è il tipo di lavorazione a renderla così particolare e apprezzata anche oltre i confini regionali. Tore Pirisi la racconta così: “Ci sono altri due tipi di fede sarda, quella Nuorese e quella Campidanese, si differenziano per la lavorazione: la prima è creata con i “ragnetti” e i pallini, mentre la seconda è creata con i canottigli, i pallini e le foglioline.”

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courtesy Pirisi
Fede Sarda


Il laboratorio è specializzato “in fedi sarde Campidanesi. Vengono realizzate su lastra d’oro. Tutte le componenti vengono prima assemblate e poi saldate tra loro con della saldatura in oro, che può essere in lastra o in polvere, dipende dal tipo di saldature che si devono realizzare. Una volta saldate le componenti, tutte rigorosamente a mano da noi, si ritaglia la forma della fede con un seghetto, il così detto traforo; una volta ritagliata la fede si piega e si da la forma circolare, viene poi saldata alla base per renderla più forte.” Idealmente, assieme ai fratelli Pirisi, “abbiamo così realizzato una fede sarda, manca ora la lucidatura e la doratura, ed è praticamente finita.” Dopodiché, non resta che indossarla, tramandarla nei secoli e amarla per sempre.

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Courtesy Merù
Fede Sarda di Merù