Dalla forma sembrano dei peperoncini ma non lo sono. Si tratta dei cornetti portafortuna napoletani, tra gli amuleti più conosciuti e, sì dice, più potenti inventati nel Bel Paese, nato esattamente nella città partenopea durante il Medioevo. Almeno nella forma e nell’uso noti ai giorni nostri. Perché, in realtà, fonti spiegano che l’idea delle corna usate come utili strumenti anti iella e simbolo di forza fisica risale all’epoca del neolitico. Si parla quindi di preistoria. Dopodiché, prima di arrivare all’età di mezzo, in epoca romana i cornetti rossi viene fatto risalire a Priapo, simbolo dell’istinto sessuale e della fecondità maschile. A Napoli in particolare, vi è un periodo in cui risiedono in città alcune comunità egiziane, le quali come usanza hanno quella di offrire dei corni come voto alla dea Iside, in modo che la divinità possa assistere gli animali nella procreazione.

Ma non basta. Ancora prima di arrivare al Medioevo, nel capoluogo napoletano vi è un altro mito attorno al famoso corno e riguarda Amaltea, la capra nota per essere la nutrice di Zeus il quale, una volta assunto il ruolo di re degli dei, in segno di ringraziamento, dà un potere magico alle corna di Amaltea: toccandole si può ottenere tutto ciò che si desidera. Da qui la leggenda del “Corno dell’abbondanza o di Amaltea". Giungendo finalmente alla nostra idea di corno napoletano, quindi in epoca medioevale, è grazie al saper fare degli artigiani locali che l’oggetto portafortuna diventa famoso dapprima in tutta Italia, poi in Europa e, infine, nel resto del mondo. Quindi non solo a Napoli, città dall’anima straordinaria e dalle forti sensibilità artistiche. La malasorte è da sconfiggere in ogni angolo del globo, anche quello più remoto. Persino in Cina e in Giappone, paesi noti per avere già una cospicua quantità di amuleti anti malocchio.

Ma quali sono le caratteristiche di un cornetto napoletano originale? “Se volete che il cornetto porti davvero fortuna, dovete comprarne uno che sia fatto a mano perché sarà lo stesso artigiano che infonderà vibrazioni positive all’oggetto durante la sua realizzazione.” Spiegano da Arte in Movimento De Maria, negozio e laboratorio artigianale tra i più conosciuti e rinomati di Napoli. Inoltre deve avere caratteristiche precise, tra cui quella di essere “assolutamente rosso”. La ditta li realizza in corallo, ceramica e terracotta nel cuore della città, in via San Gregorio Armeno 29, luogo dove dà vita anche ai presepi, altri protagonisti della tradizione manifatturiera locale. Il “Corniciello” - come lo definiscono loro - deve inoltre essere “storto e con la punta e soprattutto deve essere regalato, non bisogna acquistarlo da soli, altrimenti non porterà la fortuna sperata”.

Insomma, anche la scaramanzia ha le sue regole e non bisogna infrangerle. Come il sostenere e rendere duraturo nel tempo un voto d’amicizia o d’amore, altra qualità attribuita a questo oggetto della tradizione. In versione objet maison o come ciondolo, da indossare in veste di orecchino o su un bracciale, i cornetti portafortuna napoletani diventano negli ultimi anni veri e proprio accessori di moda e d'arredamento, in grado di rispettare i canoni estetici e artigianali della tradizione, a patto che siano realtà italiane e napoletane d’eccellenza a realizzarlo.