"Penso ai miei gioielli come sculture in miniatura". È l’estro artistico della giovane designer messicana Sofia Elias a parlare. Fondatrice di Blobb, l'indie brand di bijoux coloratissimi e pop che sta monopolizzando i nostri feed su Instagram. Nata a Guadalajara, vive oggi a Città del Messico, dove si è trasferita per studiare architettura. Presto scopre che il mondo accademico le sta stretto e, dopo la laurea, decide di rivolgersi all’arte. "Quando ho avviato Blobb, circa un anno fa, non avevo lo spazio necessario per realizzare sculture a grandezza naturale, quindi ho deciso di creare delle forme più piccole, sperimentando con diversi materiali". E così sono nati i suoi monili. Ma l’incipit di questa storia di successo muove anche dalla necessità di allontanarsi da una vita un po' troppo statica per lei, da una professione che l’avrebbe tenuta davanti allo schermo h24. "Ho sentito il bisogno di usare le mani e di allontanarmi dal computer".

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Courtesy/Blobb/Sofia Elias

Detto fatto, dopo qualche tempo apre la pagina Instagram del suo brand di gioielli Blobb e nel giro di poco tempo tutti li desiderano. Anche se prima l’idea era del tutto personale. “Questo progetto è cominciato con una piccolissima capsule per me stessa, che poi ha iniziato a catturare l'attenzione della gente. È stato solo in quel momento che ho deciso di venderli”. La particolarità dei suoi pezzi non riguarda solo i colori fluo, ma anche il packaging con cui sono venduti e l’ispirazione attraverso la quale Sofia li realizza. Specialmente per quanto riguarda gli anelli, le vere star di Blobb: vengono venduti in coppia (in Italia si possono trovare su magarchivio.com), in modo che chi li indossa possa decidere di accoppiarli. “L’intenzione”, spiega Elias, “è quella di dare alla mano una sorta di plasticità, colore e spessore, che spero susciti un’esperienza tattile, come dire, giocosa”.

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Courtesy/Blobb/Sofia Elias

Il gioco, la gaiezza dei suoi bijoux, si estende anche a bracciali e orecchini. Ma come mai tutti questi colori e forme particolari? La designer spera che i suoi fan recuperino delle “reminiscenze dell’infanzia”. In pratica le sue creazioni fungono da Madeleine de Proust. Sofia, a sua volta, dà vita a sculture à-porter per via di un grande bisogno di giocare, di mettere le mani in pasta, insomma. Di divertirsi e dare vita a un oggetto che ogni volta è diverso, proprio perché handmade. Per lei è una sorta di meditazione: “Trovo che lavorare con le mani sia rilassante ed entusiasmante. Esploro continuamente nuovi materiali e come interagiscono, si mescolano e contrastano tra loro. Dò alle mie mani la libertà di esplorare trame, forme, espressioni”. Delicati, meglio non metterli a contatto diretto con l’acqua, ad esempio, gli anelli di Blobb sono fatti per essere amati: “Mi piace pensare che le ragazze (e i ragazzi) che li possiedono se ne prendano anche cura”. Spiega Sofia dal suo studio, impegnata come al solito in qualche esperimento. “Attualmente sto lavorando a dei bracciali dalla texture gommosa, grazie ai materiali riciclati che ho scelto per crearli. Sembrano quasi delle caramelle!”. E sul filo di questo entusiasmo rivela: “Blobb non smetterà mai di esistere”, e confida infine il suo sogno nel cassetto: “Passare lentamente alla scultura su scala più grande".