Febbraio 1955, Parigi, Rue Cambon, dentro la testa di Gabrielle Chanel. È a queste coordinate che nasce la borsa Chanel più iconica di sempre, la 11.12 bag. Una visione avanguardista, una rivoluzione in punta di polpastrelli (quelli dei sarti geniali della maison), un desiderio agenerazionale, atemporale, eterno che fiorisce fra le voglie couture di ciascuno di noi da 66 anni a questa parte. E che difficilmente cesserà il suo moto ondoso, voglioso. “Più che un classico, ma un concentrato di sogni, emozioni, storia e lusso artigianale, il simbolo dell’eleganza senza tempo che da sempre caratterizza Chanel”, la definiscono così dalla maison, dal casato dei sogni formato scrigno dei desideri che oggi vuole celebrare ancora la sua storia con una nuova campagna scattata, ça va sans dire, dalla coppia di obiettivi più celebre della contemporaneità, Inez van Lamsweerde e Vinoodh Matadin. La scenografia è, ça va sans dire, una Parigi silenziosa e frenetica, romantica e metropolitana, sensuale e audace, ossimori che ben si prestano alla definizione della stessa borsa Chanel 11.12, scattata nei pressi del quartiere di Saint-Germain-des-Prés fra le braccia di Anna Mouglalis, Rianne van Rompaey, Imaan Hammam, Louise de Chevigny e Zoé Adjani, giovani muse di Maison.

Questa è una immaginepinterest
Courtesy Chanel

“La borsa Chanel 11.12 accompagna le vite di chi la possiede, da sempre e per sempre”, raccontano Inez & Vinoodh. “Le sue proporzioni sfiorano la perfezione. Come la bellezza delle cinque donne protagoniste della campagna, icone, ognuna a modo suo, di un bouquet di generazioni diverse, il cui cuore apparterrà per sempre a Chanel”. Dagli anni Cinquanta di Coco, agli 80 di Karl Lagerfeld, che ha magnificato la borsa impreziosendola con la chiusura a doppia C e la tracolla dove il metallo oro/argento fa l’amore con la pelle morbidissima. Dalla tecnica del "piqué retourné" alla trapuntatura "a diamante" che si stende per tutta la silhouette della borsa e si ispira al mondo equestre, tanto caro a Gabrielle, passando per la catena metallica regolabile, evocazione/provocazione di un gesto liberatorio per il corpo, la mente, lo spirito, proprio come gli abiti disegnati dalla couturière.

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