Miriadi di tazze di cappuccino e un leopardo che cammina tra loro, un nero pece che si fonde a un bianco fiordilatte, un’equazione di mare operata a mano: sono solo alcuni dei capolavori formato borsa creati da sei artisti per la terza collezione Artycapucines di Louis Vuitton con al centro l’iconica Capucines, il cui nome è un omaggio a rue Neuve-des-Capucines dove è sorto il primo place to be di LV nel 1854. La silhouette di questa borsa si presta a divenire tela d’artista: completano una missione più che speciale l’estrema ricerca, l’esaltazione del fatto a mano, lo scouting di nomi che cambieranno l’arte (o hanno già ampiamente provveduto vedi Paola Pivi).
La terza collezione di queste borse in edizione limitata, che troveranno residenza tra i più grandi collezionisti di arte contemporanea, vede protagonisti Gregor Hildebrandt, Donna Huanca, Huang Yuxing, Vik Munix, Paola Pivi e Zeng Fanzhi, artisti molto diversi tra loro, chiamati a regalare nuovi sogni su pelle. Se Zengh Fanzhi rilegge l’autoritratto di Van Gogh attraverso 700 mila punti di ricamo, Paola Pivi riporta una delle sue performance più celebri tra intarsio su pelle e foglie d’oro, dove Gregor Hildebrandt riprende la serigrafia del logo LV Huang Yuxing ricama un paesaggio onirico.
Il mondo dell’arte e Louis Vuitton dialogano e costruiscono ponti da sempre: il mondo della moda e del collezionismo, invece, ha una storia che più che mai ora, con l’idea di un lusso estremo dato dall’esclusività delle edizioni limitate, necessita di nuovi stimoli. Questi capolavori realizzati in 200 pezzi sono il nuovo Sacro Graal da conquistare fisicamente per chi osserva ancora da lontano l’evoluzione degli NFT, le opere d’arte virtuali che stanno destabilizzando il mercato d’arte tradizionale: arrivati a 18 modelli unici (nelle precedenti edizioni si sono espressi artisti quali Urs Fischer, Zhao Zhao, Jean-Michel Othoniel) le Artycapucines, si collocano tra desiderio impossibile e investimenti d’archivio, sostengono un nuovo scenario di artisti, portano l’arte su territori di apparente consumo ma meritano il posto in una teca, come quella che le ha ospitate in una preview speciale a Villa d'Este a Como, location dove collezionare tempo, lusso, arte.