Che fine hanno fatto i gioielli punto luce? Nessuna fine
Delicati, contaminati, à la Kandinskij o à la Coco, 6 monili luminosi per 6 designer indie.
“La gioielleria contemporanea è da considerare come una delle possibili espressioni dell’arte contemporanea”. Una frase che suonerebbe audace e perentoria se non fosse che a pronunciarla è Giò Pomodoro. Lo scultore, incisore e scenografo italiano, scomparso nel 2002 a Milano è anche orafo. Nella sua carriera produce monili divenuti famosi in tutto il mondo. Dunque per l’eclettico artista il mondo del gioiello dei nostri giorni è equiparabile all’arte nata a metà Novecento e giunta fino oggi. E questo appunto vale anche quando in gioielleria si parla di pezzi facenti parte della tradizione, come i gioielli punto luce. L’usanza vuole che questi preziosi vengano regalati in dote, in occasione di una celebrazione religiosa, la nascita di un figlio o un compleanno. Molti li preferiscono semplici: un filo d’oro e un diamante e basta. Altri vanno oltre e cercano creazioni più complesse e opulente. E non importa se siano orecchini punto luce, collane punto luce, bracciali o anelli, e via dicendo... Vale tutto quando c’è il luccichìo. In passato era assolutamente vietato dal galateo del buon gusto indossare diamanti, o pietre simili, di giorno. Sono ammessi solo alle cene. Con il decadimento dell’aristocrazia anche queste regole sono cadute e i gioielli punto luce vengono indossati al sole, così come al chiaro di luna.
Il mondo della moda gioielli contemporanea reinterpreta questi monili puntando tutto sull’unicità e sul fatto a mano, alternando materiali preziosi a zirconi e pietre dure. Anche quando si mantengono linee essenziali. Il brand milanese Le Coctelle punta tutto sulla semplicità e qualità; Atelier VM segue questa linea e aggiunge un tocco ironico ispirandosi agli elementi della natura. Bea Bongiasca esplora mondi onirici e gioca con i metalli, per dare vita a punti luce inediti. Dalla Capitale Giuliana Mancinelli Bonafaccia scompone gli elementi della geometria à la Kandinsky e incastona le pietre luminose in base lo schema “punto-linea-superficie”. Sempre a Roma, Barbara Biffoli s’ispira al lusso della decadenza e lo rende contemporaneo giocando con le lunghezze. Da Londra, Ruifier alterna linee giocose e facili da indossare tutti i giorni a collezioni più importanti da sfoggiare nelle occasioni più importanti. PD PAOLA, infine, sfrutta il potere dei colori e degli zirconi per dare luce al décolleté. Delicati o sopraffini, sobri o ricchi di contaminazioni estetiche. Sono i gioielli punto luce contemporanei secondo 6 designer del gioiello indie.
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