I secchielli in nylon di Prada, sovvertitori del lusso convenzionale
Biografia di un accessorio essenziale della moda made in Italy, tra passato, presente e futuro.
Nel 1988 la moda cambia faccia, approccio e stile. E lo fa grazie a un tessuto, il nylon, degli accessori, come secchielli e zaini, e una donna, Miuccia Prada. La designer milanese sconvolge con l’idea di leggerezza e sobrietà, data dalle creazioni realizzate con questa fibra sintetica - da lì in avanti chiamata Vela, nome che diventerà iconico chez Prada - un decennio votato all’opulenza, ai colori sgargianti, ai pizzi, alle luci al neon e ai ritmi disco. Dall’eccentrico si passa all’essenziale e al funzionale. Infatti il Vela è resistente, lucido e tattile. Nasce il minimalismo. Il fatto che la moda cambi non è più tale dagli anni ’70 in poi. L’ultimo a inventare davvero qualcosa è Yves Saint Laurent, quando disegna per la donna il suo primo blazer, indumento tipico del guardaroba maschile. Da quel decennio in poi, gli stilisti - termine poco apprezzato da Miss Prada, ma che definisce quello che lei fa, ovvero comunicare il suo stile - reinterpretano i pezzi chiave del passato secondo il loro gusto, senza però innovare granché. Rendendosene conto, Prada decide di sperimentare sui materiali, parti fondamentali di una creazione, poiché la animano, le danno corpo. “Improvvisamente il nylon mi è sembrato più interessante di qualunque tessuto d’alta moda. Ho deciso quindi di introdurlo in collezione e in sfilata e questo ha inevitabilmente messo in discussione, quasi sovvertito, la percezione tradizionale e convenzionale del lusso”. Racconta Miuccia Prada. Eppure di sfarzo si tratta. Ed è quello di potersi permettere di non apparire, di essere discreti, sapendo però di poter indossare uno zaino Vela in nylon di Prada oppure una borsa secchiello della maison di moda milanese, realizzata con il medesimo tessuto e con lo stesso modus operandi del famoso backpack: logo discreto e la pratica stoffa da abbigliamento sportivo. Celebre in colore nero, poi con gli anni e il passare delle stagioni in tutte le nuance e stampe possibili. Tutto qua? Apparentemente sì. Eppure il lavoro di ricerca retrostante è complesso, soprattutto per un’azienda che ha a che fare con i pellami dal 1913, simbolo di opulenza par excellence, e non certo con fibre sintetiche, sdoganate fino a quell’anno solo nei negozi dedicati alle attività fisiche. Miuccia Prada fa la rivoluzione. I modelli di fine anni ’80 hanno così tanto successo che non solo vengono immortalati in campagne pubblicitarie memorabili, scattate dai più grandi fotografi del mondo da Albert Watson, passando, oggi, a Willy Vanderperre, ma sono essenziali affinché la creatrice di moda realizzi la sua prima collezione di prêt-à-porter a Palazzo Mansuardi, Milano, nel 1989. Il nylon diventa quindi un concetto, un’idea stessa di moda. Entra a far parte dell’abbigliamento della griffe appena 10 anni più tardi, ma soprattutto è tra le parole più importanti del vocabolario stilistico ed estetico del brand perché racchiude tutti gli elementi con cui si è fatto conoscere al mondo: passione per le divise militari e da lavoro rilette in chiave contemporanea; equilibrio sottile tra frivolezza e pensiero intellettuale; styling imperfetto da risultare impeccabile. Tre dettagli in apparenza dicotomici ma che assieme rendono magnificamente. Per questo “ad oggi, il nylon, è ancora una mia ossessione”. Conclude Miuccia Prada. Infatti da qualche stagione le borse in tessuto Vela di Prada sono tornate, virando a un approccio eco conscious. La maison introduce la collezione Re-Nylon, un progetto che interpreta le iconiche borse Prada all’insegna della sostenibilità usando ECONYL®, un filato in nylon rigenerato. “L’obiettivo - spiega Lorenzo Bertelli (Head of Marketing di Prada) - è convertire tutto il nylon vergine Prada in Re-Nylon entro la fine del 2021”. E di farlo, come sempre, con lo stesso approccio del 1988: fresco, minimal, eterno.
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