Matilda Kahl, professione art director, ha deciso di andare al lavoro vestita sempre nello stesso modo. Nonostante la sua città, New York, e il suo lavoro iper creativo in una grossa agenzia di comunicazione, suggerivano outfit ben più aggiornati e cool. Invece Matilda, un lunedì di tre anni fa, si è convinta, e ha aggiornato il suo guardaroba professionale considerando un solo trend stagionale: il qualunquismo, misto noia. Quello stessa mattina, la aspettava un meeting importante, al quale voleva presentarsi vestita bene, per fare bella figura. Lavorando in una realtà giovane di giovani, Matilda non ha mai avuto obblighi né costrizioni di stile, anzi. Ma questo, invece di aiutarla, la impietriva: «non sarò troppo formale?», «no, forse così è un po’ troppo». E la scelta, anche quel lunedì mattina, era ricaduta su un look democratico, che non le scatenasse troppi dubbi appena presa la metropolitana.

Anche quel lunedì mattina, a causa della sua indecisione, della sua perpetua sensazione di inadeguatezza, in ufficio era arrivata in ritardo, a meeting quasi iniziato. Lei insieme alla sua ansia e ai suo colleghi, per la maggior parte di sesso maschile, per la maggior parte vestiti male («Ma tanto non verrebbero presi meno sul serio per come sono o non sono vestiti, loro»). Considerazioni di genere a parte, Matilda doveva trovare una soluzione per semplificare la sua routine mattutina, lo aveva capito, quel lunedì più che mai. Doveva capire come fare per non sentirsi più confusa, frustrata e inadatta. La soluzione l'ha trovata: auto-imporsi una divisa. Sì, quella che coloro che sono costretti a indossare tutti i giorni, odiano. Per Matilda era la soluzione perfetta, perfetta quasi come le sue quindici bluse in seta bianca e i suoi cinque paia di pantaloni, ufficialmente il suo nuovo outfit per il lavoro.

Fierissima di avere agilmente trovato una soluzione ai suoi problemi, Matilda ha dovuto scontrarsi quasi subito con una folla di “sabotatori di entusiasmo” che la hanno assalita con la loro soffocante curiosità. «Una divisa? E perché mai, non sei mica una commessa», il commento più condiviso. La sua risposta grondava di onestà: «Hai mai provato a rendere più pratica la tua vita, risolvendo da solo un tuo problema? Ecco, io l’ho fatto. E ti assicuro, ci si sente molto meglio con una cosa in meno a cui pensare ogni giorno». Nessuna fedeltà a nessuna setta religiosa, soltanto un’intuizione “rubata” proprio a quei colleghi vestiti male. I loro abiti giacca e pantalone, l’uno il copia-incolla dell’altro, non somigliano proprio a una divisa? Probabilmente la curiosità che Matilda ha scatenato nei suoi colleghi “creativi”, non sarebbe stata la stessa se avesse lavorato in un ufficio contabile, dove l’abito informale non è un cliché, ma la perplessità, legittima rimane: perché provarsi della libertà di esprimersi anche solo attraverso un abito, a favore di un appiattimento totale? La risposta è decisamente meno complessa del pensiero: Matilda ha fatto una scelta semplice, pratica alla massima potenza. Ha scelto di non sprecare più il tempo per scegliere che cosa indossare la mattina per andare al lavoro. Matilda non è quello che indossa, perché Matilda non pensa a quello che indossa.