Di Cristóbal Balenciaga i posteri hanno detto molto, soprattutto che ha trasformato l’haute couture in arte. Ma qualcuno più autorevole di noi, e di qualsiasi critico di moda, disse di lui “è il maestro di tutti noi”, l'architetto dell'haute couture". E anche: “l’unico vero couturier, in fondo, era lui, gli altri sono solo fashion designer”. Sono parole che pronunciarono, rispettivamente, Christian Dior, Hubert de Givenchy e Coco Chanel, che insieme a molti altri stilisti del passato e del presente hanno fatto dell'ammirazione per Balenciaga un vero e proprio culto e una fonte di ispirazione. Ma chi era Cristóbal Balenciaga, il capostipite degli stilisti-personaggio, fondatore della maison Balenciaga?

La storia di Cristóbal Balenciagapinterest
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Cristóbal Balenciaga era nato il 21 gennaio del 1895 a Getaria, in piccolo paese di pescatori nella provincia spagnola di Gipuzkoa. I giocattoli sono pochi, la famiglia non è esattamente benestante, e lui passa l’infanzia aiutando la mamma a cucire. Impara a farlo così bene da scoprire che per lui si tratta di una vera passione e di un talento, tanto che a 12 anni lascia la scuola e inizia a fare l’apprendista nel laboratorio di un sarto. Quello che impara è ciò che intenderà Coco Chanel, ex sartina anche lei, nel definirlo “l’unico couturier”. Cristóbal sapeva infatti confezionare per intero un abito, dal taglio della stoffa alle rifiniture finali. Lavorando in sartoria, viene notato dalla marchesa di Casa Torres, una nobildonna locale che ne fa il suo protégé. A sue spese, la marchesa lo manda a studiare l’arte della sartoria a Madrid, spianando così il suo destino. La prima boutique Balenciaga apre a San Sebastian nel 1919.

Un soprabito da sera in seta (1950)pinterest
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Un soprabito da sera in seta (1950)

La fama di questo nuovo stilista che ridisegna la forma delle donne e crea abiti che rendono bella ogni silhouette si diffonde presto. Balenciaga apre altri atelier a Madrid e Barcellona. Diventano suoi clienti anche i membri della famiglia reale e di conseguenza tutta l’aristocrazia spagnola. Sembra che tutto proceda verso un destino iberico luminoso e prestabilito, ma nel 1936 scoppia la guerra civile in Spagna e Balenciaga è costretto a chiudere tutte le sue boutique e a fuggire a Parigi. Parla già bene il francese: da ragazzino si recava spesso a Biarritz, città di confine, per andare a vedere come vestivano le donne francesi. Ma ora, nell’entroterra, un nuovo destino lo attende. La sua reputazione lo precede e in meno di un anno, nell’agosto 1937 apre il suo primo atelier parigino nell’Avenue George V. E c’è chi è disposto a viaggiare attraverso l’Europa devastata dalla guerra, pur di riempirsi gli occhi delle sue creazioni.

Abito da sera in lamé (1966)pinterest
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Abito da sera in lamé (1966)

Cristóbal lavora intensamente e intanto riesce a tenere nascosta la relazione con il modista franco-russo Vladzio Jaworowski d'Attainville. Ufficialmente, Vladzio è solo un collaboratore, e poi un socio. Nella realtà è il grande amore della sua vita, il suo ispiratore, ed è un valido supporto al successo della maison. Nel 1945 il nome di Balenciaga è famoso in tutto il mondo e incarna il lusso del lusso. Di lui si dice che quando una donna è ricca veste Dior, se diventa ricchissima deve vestire Balenciaga. Nel suo laboratorio si formano apprendisti di lusso come Oscar de la Renta, Emanuel Ungaro, Mila Schön e Hubert de Givenchy e lui non accetterà mai di disegnare linee prêt-à-porter: “non prostituirò il mio talento”, risponde sdegnato a chi glielo chiede. La leggendaria giornalista di moda Diana Vreeland racconterà nei suoi articoli di aver visto gente che cade letteralmente in deliquio alle sue sfilate e che lei stessa deve controllarsi per non cedere all’entusiasmo. Il 1948 è l’anno più terribile per Cristóbal Balenciaga. Il suo adorato Vladzio Jaworowski d'Attainville muore e lui cade in depressione. Vuole chiudere tutto e ritirarsi, ma poi si fa forza e va avanti. Gli rimane praticamente fedele per tutto il resto della vita, intrattenendo da quel momento solo relazioni senza importanza.

Abito da sera in velluto di cotone (1955)pinterest
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Abito da sera in velluto di cotone (1955)

Al contrario di quanto temeva, la sua inventiva non si spegne e continua a produrre capolavori che sottolineano la figura femminile in modi inediti. È lui il primo a ignorare il punto vita e a disegnare le camicie blusa, gli abiti tunica, i cappotti e i vestiti a uovo. La gente che conta veste solo da lui, come la Countess von Bismarck, influencer dell’epoca. E poi Wallis Simpson, Grace Kelly, Jackie Kennedy, Helena Rubinstein, Greta Garbo. Nel 1960 vive due eventi importanti: riceve la Légion d'honneur per i servizi resi all'industria francese della moda e disegna l’abito da sposa di Fabiola per le nozze col principe Baldovino I del Belgio. Quando nel 1968 decide di chiudere i suoi atelier ha 74 anni ed è ricchissimo, ha investito bene anche nel mercato immobiliare a Parigi e in Spagna, nei quartieri più prestigiosi. Vuole tornare alla sua terra d’origine, che non ha mai dimenticato, ed è lì che il 23 marzo 1972 si ricongiunge al suo Vladzio, che non ha mai smesso di amare. Women's Wear Daily, la rivista di moda più famosa dell'epoca titola "il re è morto". Il suo nome e il suo stile verranno recuperati nel 1986 e riportati allo splendore che il suo ricordo merita. E che oggi è affidato a Demna Gvasalia.

Abito da sera con giacchino di pizzo, paillettes e cristalli (1955)pinterest
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Abito da sera con giacchino di pizzo, paillettes e cristalli (1955)

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