Un cappotto di The Row, il brand delle gemelle Mary-Kate e Ashley Olsen, costa più di un cappotto di un brand che da 45 anni sfila alla Parigi Fashion Week. Se il Marocco è tornato tra le mete caldissime di questo inverno è anche perché le gemelline Olsen hanno arredato il loro super store, a Melrose, una vecchia villa liberty con piscina interna, come una casa marocchina...minimalista. La loro collezione fatta di ciabattine, tuniche crema e tracolline tribali firmata con occhiali "alla" Janis Joplin ha fatto tutto il resto. Risultato: l'influenza di Mary-Kate e Ashley Olsen è enorme. E lo si nota di più quando loro non fanno nulla per mostrare quei visi da ex-bimbe prodigio della tv. Neppure quando, scandali a parte, evitano di "mischiarsi" alle cattive ragazze di Hollywood (vedi Lindsay Lohan) o di entrare in business che non appartengono al loro status (scusa Gwyneth Paltrow sembrano dire dall'alto del loro scarso metro e 60).
E mentre tutte le Rihanna del caso sfilano a Parigi e mettono sul mercato le sneakers più vendute, le gemelle Olsen si intascano un altro primato nella moda: non essere influencer e non avere nemici pubblici (trollate o litigi via Snapchat) ma essere solidissime imprenditrici di moda. Cosa che neppure Victoria Beckham è riuscita a fare. Nonostante, diciamocelo, faccia ben più simpatia un David Beckham che un Olivier Sarkozy, marito di Mary-Kate Olsen. Eppure non è un accanimento tornare a parlare della statura delle gemelle più ricche di Hollywood: perché nel loro 1,57 / 1,60 secondo Vogue Usa hanno trovato tutta la credibilità necessaria per buttare stiletto, tronchetto zeppato, décolletées con plateau e sandali-scultura e spingere sul mercato mocassini effetto rafia bassi, ciabattine di velluto sandali. E sarà un successo (preannunciano). Se questa primavera estate 2017 la tendenza è no tacchi sì, il merito è stato in gran parte loro.
Perché? Perché se già questo inverno la tentazione del sabot molto tribale-minimalista aveva conquistato anche le più frettolose, il fatto che le gemelle Olsen abbiano scelto il rasoterra anche per la primavera-estate è la conferma che la non altezza non è più un problema, un difetto, un dettaglio da mitigare issandosi sui 12 centimetri. Il loro exploit nel voler scendere da qualunque altezza che superi i due centimetri di maxi suola è la risposta a tutte quelle che volevano sapere come vestirsi per sembrare più alte. È la risposta – per carità costosissima – di come il rasoterra sia una solidissima alternativa allo svettare (scomode). Insomma si più svettare benissimo con i piedi molto per terra (e magari non vestendo per forza The Row). Lo sa bene anche Victoria Beckham che era riuscita a tornare sullo stiletto pochi giorni dopo la nascita di Harper Beckham. E lo sanno benissimo le donne italiane, ultime in classifica per collezione di tacchi alti. Le gemelle Olsen, tra l’altro, hanno inserito in collezione una serie di sabot con tacco a rocchetto perché nessuna cliente sia scontenta o perché cercare di essere una Olsen sia ancora più difficile?