La moda intimo maschile (forse) non ha più un problema con la lingerie in pizzo per uomo. A sdoganare trame e trasparenze che appartengono per tradizione alla donna è Menagerié, brand americano fondato da Roman Sipe nel 2014 che, come questo marchio con la lingerie color carne, potrebbe rivoluzionare il mercato dell'intimo maschile. Il perché lo potete trovare scorrendo le immagini qui sotto, che ritraggono alcuni pezzi della collezione realizzata a Los Angeles con l'obiettivo di «portare più bellezza nella moda maschile senza dimenticare che è un brand pensato per uomini, di ogni orientamento sessuale», come ha raccontato il fondatore a Refinery29.

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Getty Images
(Courtesy Menagerié)

«Quando ho iniziato a disegnare ho voluto entrare in un mondo ancora inesplorato (...) - continua Sipe intervistato da Refinery29 - Dopo aver lavorato come stylist per oltre sei anni ho cominciato a sentirmi un po' insoddisfatto. Ho sempre sognato di diventare un designer, e quando ho capito che il momento era arrivato ho deciso di iniziare a cercare idee partendo dal mio guardaroba. Mi sono chiesto: cosa manca? c'è qualcosa che non ho e che desidero? Sono finito nel mio cassetto della biancheria e ho realizzato che era la parte più disorganizzata e meno alla moda di tutto il mio armadio. Tuttavia ho trovato una confezione di boxer in seta di Calvin Klein che non avevo mai aperto né indossato. Li ho indossati e poi mi sono seduto al pc davanti alla pagina di Google. La prima cosa che ho digitato nella barra di ricerca è stata "biancheria intima di seta per uomini", e dopo essere passato oltre la seconda o la terza pagina ho trovato un paio di mutande in pizzo da uomo. Dopo ho digitato "biancheria intima in pizzo per uomini": pagina dopo pagina, nonostante aver avuto la tentazione di acquistarne un paio, non ho in realtà trovato nulla. Ho poi continuato digitando "lingerie in pizzo per uomini" e mi sono imbattuto in un paio di boxer in pizzo della collezione inverno 2013 di Versace: erano tutto ciò che avevo immaginato. Ho scoperto però che quel modello non è mai andato in produzione in pizzo, ma in maglia. Così ho continuato la mia ricerca cercando di scoprire se ci fossero dei brand focalizzati sulla lingerie maschile, e ho realizzato che nessuno stava facendo il percorso che secondo me in questo senso andrebbe fatto. Ecco che allora ho deciso di creare Menagerié».

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(Courtesy Menagerié)

Qual è stata la prima reazione? «Le persone o lo amano, o lo odiano, o lo trovano interessante. La reazione degli uomini eterosessuali è più o meno quella che ci si aspetta. La maggior parte di loro non crede di averne bisogno, o non riesce ad immaginare di acquistare della biancheria intima in pizzo. Nonostante ciò, alcuni trovano la cosa intrigante e chiedono semplicemente: "sono comode?". La comunità omosessuale ha afferrato il concetto. Mi sembra che la maggior parte di loro sia stata felice di avere una nuova opzione più lussuosa e più elegante di ciò che c'è ora sul mercato. Mi ha poi colpito molto la reazione positiva delle donne. Ho tracciato tutti i primi ordini, monitorando semplicemente il nome del cliente su Facebook o Instagram, e sono rimasto scioccato nel vedere che oltre la metà degli ordini erano effettuati da donne che compravano per loro, per il loro partner, o per il loro amico gay. Ho inoltre notato che molte donne taggavano dei ragazzi nei commenti sotto i nostri post su Instagram scrivendo cose come "OMG, guarda qui!" oppure "questo mi ha fatto pensare a te" (...) Per quanto riguarda invece la questione della tendenza genderless, credo che nonostante abbia creato dibattito nelle ultime due stagioni dopo le sfilate di Louis Vuitton, DSquared2, ma anche le collezioni di Zara, ci vorrà un po' prima che il trend passi effettivamente dalle passerelle alla strada. Non si può fare a meno di notare che tutti i capi venduti come unisex in realtà sono pezzi maschili che possono essere facilmente indossati anche dalle donne, come t-shirt, maglioni, jeans e giacche. Per quanto sia bello vedere uomini camminare in passerella con gonne lunghe o tacchi alti, questi pezzi non sono facilmente reperibili e non sono di certo venduti a prezzi ragionevoli. Tra l'altro, non sono neanche così facilmente accettati dalla cultura americana».