Non c’è nemmeno bisogno di un sondaggio per dirlo: i gioielli della Corona inglese, custoditi nella Torre di Londra, sono uno dei tesori più affascinanti dell’universo. Non tanto perché sono, ovviamente, bellissimi, ma perché valgono un patrimonio e sono accompagnati da leggende che donano loro una sorta di vita propria, legata a quella dei regnanti che li hanno posseduti generazione dopo generazione. Tutti vorremmo infilare le mani in un baule che custodisce il tesoro della regina Elisabetta, anche se in realtà non esiste alcun baule in stile pirati dei Caraibi, ma solo (alla faccia del "solo") delle ordinate teche blindate e delle pregiate custodie che li contengono uno per uno quando vengono spostati. Se quando la regina concede un’apparizione pubblica i suoi gioielli vi sembrano tutti i uguali, e non fate distinzione tra corone, tiare, collane e bracciali, ecco una breve guida illustrata di alcuni dei pezzi più importanti della Corona inglese (Brexit o no Brexit, il loro valore non cambia).

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Il pezzo più importante di un tesoro reale è sicuramente la corona della Regina Elisabetta. La regina Elisabetta ne ha in dotazione più di una, ma quella più importante è la Imperial State Crown, che simboleggia la sovranità di chi detiene il trono. Nella storia ce ne sono state diverse versioni, a partire dal 15esimo secolo, ma quella in uso oggi è stata realizzata nel 1937 per Giorgio VI ed è stata ridotta per adattarla alla testa di Elisabetta. Una base di oro, argento e platino ospita 2,901 pietre preziose, di cui 2,868 diamanti. Il resto è diviso fra zaffiri, smeraldi e perle. Il pezzo più pregiato è il diamante Cullinan II, da 3017 carati, che al ritrovamento era il più grande diamante grezzo del mondo, ed è diventato il secondo in grandezza dopo il taglio (il primo proprietario è stato re Edoardo VII). Il, o la, sovrana indossano questa corona in poche occasioni: dopo la cerimonia di incoronazione e durante il discorso annuale al Parlamento.

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Se proviamo a ripercorrere cronologicamente la storia di Elisabetta il primo pezzo che viene in mente è il suo anello di fidanzamento. Di tutto il suo tesoro è sicuramente il pezzo meno pregiato, ma sembra essere quello a cui tiene di più, e che indossa con più frequenza. Il principe Filippo, che al tempo era il principe di Grecia e Danimarca, prima di rivolgerle la proposta di matrimonio fece asportare dalla tiara di sua madre un diamante da tre carati e 5 diamantini più piccoli, che gli orafi hanno montato su un anello in platino. Fa tenerezza vederlo ancora indossato sulle mani non più giovani della regina.

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Quando Filippo ha commissionato l’anello di fidanzamento, già che c’era ha fatto progettare il dono di nozze per la sua futura consorte: un bracciale. Anche questo è uno dei pezzi meno pregiati ma più amati dalla regina, per motivi sentimentali. Per realizzarlo, anche stavolta è venuta in aiuto la tiara della madre di Filippo, la principessa Alice di Battenberg, che per tirare fuori i due gioielli nuziali è stata completamente smantellata nel 1947 dall’oreficeria Philip Antrobus Ltd. Così come l’anello, anche il braccialetto, su una base in platino, è completamente ricoperto di diamanti (di cui tre molto grandi) collocati geometricamente in stile Art Déco in rombi verticali.

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Il Globo del Sovrano d'Inghilterra è uno dei pezzi più antichi e simbolici del tesoro inglese. Rappresenta, insieme alla corona e allo scettro, l’autorità della regnante e di Cristo, e quando venne realizzato nel 1661 per re Carlo II, come dono del regno al suo re, costò una cifra notevole per il tempo: 1150 sterline. È tempestato di smeraldi, zaffiri, rubini, un’ametista, perle e 365 diamanti taglio a rosa. Viene rispolverato da allora per tutte le incoronazioni.

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Ogni regina ha il suo scettro. Quello di Elisabetta II è Lo Scettro di Sant’Edoardo, detto anche Scettro con la croce. Anche questo, come il Globo, è stato realizzato nel 1661 e porta fra le varie gemme il più grande diamante mai estratto, il Cullian dalla bellezza di 3106 carati. Una gemma leggendaria, scoperta nel 1905 e donata a Edoardo VI allo stato grezzo, poi divisa in parti più piccole, di cui la più grande (530 carati), detta anche La stella d’Africa, è stata aggiunta allo scettro già esistente proprio sulla cima. Tutti gli altri pezzi, per la cronaca, sono diventati spille.

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Il momento cult è quando si mettono le mani sulle corone e tiare di cui dispone Elisabetta II. Quello dall’aspetto più severo è il Diadema di Stato di Giorgio IV, o Diadema di diamanti, realizzato nel 1820 per il re di cui porta il nome. È tempestato da 1333 diamanti a taglio rosa e le rappresentazioni che ricordano i trifogli sono un omaggio all’Inghilterra, alla Scozia e all’Irlanda del Nord. Oltre ai diamanti, ospita delle perle e un prezioso diamante giallo nella croce centrale. Giorgio IV lo indossò per l’incoronazione mentre Elisabetta l’ha messa anche per la prima volta al suo primo discorso annuale in Parlamento.

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Una delle corone custodite nel tesoro dei Windsor, al centro di una croce maltese, ospita il leggendario diamante Koh-I-Noor. Era la corona della regina madre Elizabeth Bowes-Lyons, e l’ultima occasione in cui è stato visto in pubblico è il suo funerale, quando è stata posata sopra al feretro. Il Koh-I-Noor, 106 carati, è stato considerato per lungo tempo il più grande diamante del mondo e si diceva che avesse il potere di rendere il suo proprietario un re, ma allo stesso tempo il più infelice del pianeta, per cui dall’anno della sua estrazione in India, nel 1300, è stato un oggetto di scambio fra regnanti. A Londra è approdato come dono alla regina Vittoria che lo fece montare su una spilla, e solo in seguito è stato trasferito sulla corona. Considerato che la regina madre aveva sofferto la perdita precoce del suo amato consorte, ma è deceduta serenamente nel sonno a 102 anni, è difficile stabilire se porti davvero sfortuna.

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La tiara dall’aspetto più spinoso del corredo della regina è la Fringe Tiara, che Elisabetta ama molto. Realizzata a metà del secolo scorso da Garrard, l’orafo ufficiale della casa reale (e grande concorrente della famiglia Cartier), è realizzata in stile russo ed è completamente ricoperta di brillanti a taglio rosetta. Apparteneva anche questa alla regina madre, che la prestò alla figlia il giorno delle sue nozze.

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Ha un nome romantico, Lover’s Knot Tiara, la tiara del nodo d’amore, e recentemente l’abbiamo vista indossata anche da Kate Middleton. Ma prima di lei la portava Lady Diana, che l’aveva ricevuta come dono di nozze. La commissionò la regina Mary nel 1913 al solito orefice di fiducia, Garrard, ed è la copia della Gothic Revival Tiara della nonna di Mary, la Principessa Augusta d’Hesse, che sarà poi venduta all’asta da Christie’s a Ginevra, nel 1981 per 747mila dollari. Entrambi i pezzi sono composti da 19 archi in cui sono incastonate delle perle a goccia.

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La tiara denominata Girls of Great Britain and Ireland è stata ottenuta da una colletta delle donne inglesi e irlandesi che volevano fare un dono di nozze alla regina Mary, nel 1893. Dalla colletta si ottenne la sorprendete cifra di 5000 sterline che permisero alla promotrice dell’iniziativa, Lady Eve Greville, di commissionare il gioiello a Garrard. È composta da un festone di diamanti e originariamente ospitava anche delle perle, che sono però state sostituite da altri diamanti dalla destinataria del dono.

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La collana conosciuta come The Delhi Durbar è stata realizzata in India per celebrare la salita al trono di re Giorgio V, che lo ha poi usato come piccolo presente per la moglie Mary che compiva 44 anni. È stata realizzata (indovinate un po’) dal gioielliere Garrard con nove smeraldi cabochon di varie misure, nove diamanti di grande misura, uno di quelli della generazione Cullinan (il settimo) e altri 94 diamanti più piccoli, su una base di platino.

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Ovviamente il tesoro della corona inglese comprende tanti altri pezzi pregiati, ma concludiamo questa rassegna con un paio di orecchini. Noti come i Greville Chandelier Earrings, fanno parte del lascito del 1942 alla regina madre Elizabeth Bowes-Lyons di Margaret Greville, facoltosa socialite e filantropa, moglie del deputato Ronald Henry Fulke Greville, nota per la sua collezione di gioielli. Due dei pezzi della collezione furono donati a Elisabetta per il suo matrimonio: una collana di rubini e diamanti e questo paio di splendidi orecchini. Sono stati realizzati da Cartier nel 1929 e sono composti da diamanti di vario taglio su una base di platino. Nel tempo hanno subito delle modifiche per ammodernarne l’aspetto, fino a quella attualmente indossata dalla regina.

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