Dalla fuga di cervelli alla foga dei francesi. Presi dal monopoli(o) compra&vendi di case di moda italiane, conquistano percentuali di passione e qualità, lasciando sulle spalle delle Alpi emoraggie di dna artigianale Made in Italy. Dall'Italia se ne vanno le eccellenze, e arrivano le multinazionali: ingolosite dalle offerte del supermercato dell'alta moda italiana. Ma quali sono i marchi italiani passati in mani straniere? Ecco gli ultimi (10):

80% di cachemire. Ultimissimo affare conquistato dai (soliti) francesi di Louis Vuitton Moet Hennessy (Lvmh), già proprietari di Emilio Pucci e Acqua di Parma, che hanno assorbito

Valentino va in Quatar. Quando lo stilista dà l'addio alla moda il gruppo è già nelle mani della britannica Permira. Ma è lo scorso luglio che la maison viene assorbita del gruppo del Quatar Mayhoola for Investments Spc, che ha acquisito le quote del fondo Permira e della famiglia Marzotto.

Gioie e dolori. Il lusso si paga, eccome: lo sa bene il marchio Louis Vuitton Moet Hennessy (Lvmh) che ha lanciato un'offerta a Bulgari brillante almeno quanto i suoi gioielli: si parla di cifre stellari che hanno convinto la famiglia romana a cedere l'azienda.

Gioie e dolori #2. Dopo Bulgari, è Pomellato (insieme al marchio Dodo) il secondo gruppo di gioielleria italiana a passare nelle mani della francese Ppr (Pinault-Printemps-Redoute).

50 e 50. Alleanza Italia-Francia: nata per rilevare il 51% della casa di moda romana Fendi, resa possibile dal patto tra Bernard Arnaul, numero uno di Lvmh, e Patrizio Bertelli, marito di Miuccia e amministratore delegato del Gruppo Prada. Costo dell'operazione: 850 milioni di dollari.

GG per Ppr. Nel 1999 rilevò l'etichetta francese Yves Saint Lauren, ma dopo soli due anni Gucci si è ritrovata nelle mani della francese Pinault-Printemps-Redoute (PPR), lo stesso colosso che ha acquistato Bottega Veneta e Brioni.

Ferrè a Dubai. La holding Paris Group di Dubai (che fa capo al magnate Abdulkader Sankari e che nel suo palmares vanta anche Cerruti) nel 2011 ha assorbito il gruppo con un piano di investimenti di 30 milioni di euro in 3/4 anni, insieme all'apertura di 50 negozi in tutti in tutto il mondo.

Uno sguardo all'Olanda. Safilo, tra le prime fabbriche italiane di occhiali (nata nel 1878), che oggi confeziona occhiali per Emporio Armani, Valentino, Yves Saint Lauren, Hugo Boss, Dior e Marc Jacobs, è finita nelle mani del gruppo olandese Hal Holding.

Dagli anni Novanta. Fiorucci, dopo una grande espansione avvenuta tra gli anni settanta e ottanta, l'azienda è stata rilevata nel 1990 dalla Edwin International, società giapponese di abbigliamento, che attualmente ne detiene il marchio, lasciando a Milano soltanto il centro design.

Sulle spalle della Corea. Mandarina Duck e Coccinelle sono state assorbite al 100% dalla multinazionale asiatica E.Land, dopo un’offerta per rilevare in cordata La Rinascente.

Mercato delle vacche o globalizzazione inevitabile? Scriveteci cosa ne pensate!