«Ma abiti a due passi da una via piena di negozi, come fai a non trovare mai nulla da metterti?». E invece ci riesco benissimo, a non trovare nulla da mettermi. Perché, oltre alle sempreverdi - e sempre giustificatissime? - scene di indecisione, nella lista delle turbe squisitamente femminili tra casse e scaffali dei negozi ci si mette pure un altro grande classico dello shopping in rosa: «non ci entro dentro quei jeans, e se ci entro vedo già le cuciture scoppiare in 3,2,1». Scagli il primo stiletto chi non l'ha mai detto. Una discussione del genere è avvenuta non troppo tempo fa tra Polina Veksler e Alex Waldman, le inventrici di Universal Standard il primo brand con taglie che vanno bene a TUTTE. L'idea del brand è semplice ma rivoluzionaria perché parla alla donne curvy. In primis. Il brand prende vita una sera, quando, alla ricerca di un abito per un evento, Alex non riesce a trovare nulla. E specifichiamo che la nostra abitava in una parallela della 5th Avenue a New York. Mica in un paesino dimenticato da Cristo nel Wyoming. «Nemmeno uno straccio che mi stesse bene! Ecco, quello è stato l'esatto momento in cui ho pensato quanto discriminante fosse questo mondo per noi donne con le curve», confida la Waldman in un'intervista al NyMag.com. Dare una mano alle ragazze (e meno ragazze) al quale il patinato universo della moda non perdona il fatto di essere formose. Questo l'obiettivo principe delle due socie.

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Ma come funziona il brand pro-curvy Universal Standard? Una linea di abbigliamento moderna e minimalista nata nel 2015 che, assicurano le creatrici, si farà amare dalle già fan di Theory, Helmut Lang e Rag & Bone. E le taglie? Dalla 42 alla 60. E i prezzi? Dai 100 (per top e camicie) ai 300 (tubini e cappotti) dollari. E notate bene: minimalista non vuol dire mettersi una tunica informe nera stile "mi sto preparando ai prossimi casting per Sister Act". Ma, semplicemente, avere dei pezzi "chiave" da riporre nel nostro armadio, da abbinare con disinvoltura a capi sportivi o più eleganti, non troppo legati ad una particolare stagione. I famigerati capi basic, insomma. E, sempre per amor di inglesismi, le linee disegnate da Polina e Alex sono pure smart. L'epiteto, abusato come il prezzemolo per qualsivoglia campagna pubblicitaria, non è messo lì a caso. Questi vestiti sono intelligenti per davvero. Ufl (Universal Fit Liberty) è il programma, appena brevettato, che permette ai clienti di poter cambiare la taglia di un capo entro un anno dall'acquisto. E senza costi aggiuntivi. Mica male.

«Il proposito» continua la Waldman sul NYMag, «nasce dalle nostre conversazioni con donne-di-tutte-le-taglie sul rapporto che hanno con lo shopping». Molte, infatti, comprano "in previsione" di un dimagrimento sperato, ma spesso e volentieri disatteso. "Massí, anche se questi shorts mi stanno un po' strettini li compro, non sia mai che da qui all'estate non li trovi più in negozio. Tanto adesso ho iniziato a correre...". Le ultime parole famose. Spiega ancora la Waldman: «A furia di sentirsi escluse dall'industria della moda, le donne hanno sviluppato un modo di ragionare davvero complicato».Smetterla con stressanti monologhi interiori davanti agli specchi dei camerini. Vivere con serenità il momento in cui ci regaliamo una coccola acquistando qualcosa per noi stesse. Sembrerebbe proprio questo il cuore pulsante del progetto. Ma c'è di più: con Plus Universal Standard, le due Thelma&Louise del "fashion per tutti" hanno intenzione di trasformare l'"oscuro" mondo delle taglie grazie alla tecnologia del microblading. Ovvero, lo sviluppo di un inedito tessuto capace di modellarsi sui corpi delle signore e signorine del globo intero, le cui forme vanno dalla 38 alla 56. Alla faccia di 4 amiche e un paio di jeans.