Natalie Gontcharova, professione content editor di Refinery29, ha indossato i leggings tutti i giorni per un anno. Mentre per qualcuno i "pantaloni femminili molto sottili e aderenti alle gambe, fino al polpaccio o alla caviglia" (Treccani) sono oggi considerati un abominio di stile, per altri il tailleur è ufficialmente di nuovo la divisa da ufficio, per altre ancora il segreto è vestirsi tutti i giorni uguale qualsiasi sia il vostro look, la web editor ha deciso di portali per quasi 365 giorni (per la precisione, come spiega qui, tranne che per quattro giorni) tirando le somme del suo esperimento in un "manifesto per le amanti dei leggings", dopo che la sua stessa rivista online ne ha tracciato le origini con un articolo che ne racconta la storia da Mary Quant a Emilio Pucci negli anni 60 fino al revival anni 90 con il tocco della stylist Patricia Field di Sex and the City, passando per Olivia Newton-John in Grease e Audrey Hepburn con un paio di simil leggings, meglio definirli pantaloni capri, in Sabrina del 1954.

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Audrey Hepburn sul set di Sabrina nel 1953. Foto Archivio Getty Images

La (ri)scoperta dei leggings per Natalie inizia a New York. È una sera di fine gennaio e nevica moltissimo. Se ne sta barricata nel suo appartamento, appollaiata sul suo divano con una bottiglia di vino e con "l'unica cosa che funziona sempre anche durante una grande nevicata: una carta di credito per comprare leggings". Così, in una notte che riveste la Grande Mela di bianco, forse perché "annoiata, gelosa delle ragazze californiane che postano su Instagram le loro fantastiche lezioni di yoga", Natalie inizia ad acquistare online leggings di brand come Onzie e Alo Yoga, e nel mentre ne scopre altri come Beyond Yoga, Carbon38, Electric & Rose e trova "sconti incredibili su YogaOutlet.com". Premessa: l'autrice della testimonianza spiega che questa passione di una notte innevata di fine gennaio non è per lei nuova. "Indosso i leggings da sempre", spiega. "Da quelli coloratissimi dell'adolescenza negli anni 90 agli 'anni neri dei leggings', ovvero i primi anni Duemila", che la portano a passare ai pantaloni e alle gonne durante gli anni del college. Gli stessi ambienti scolastici che li hanno vietati alle ragazze nel 2015 in Oklahoma, Delaware e Florida, come ricorda Natalie, perché avrebbero distratto i ragazzi a scuola. Il vero problema però oggi secondo Natalie per le amanti dei leggings resta il lavoro: "Facendo una veloce ricerca su Google troverete domande come: leggings al lavoro, OK o non OK? o leggings in ufficio, Yay or nay?”. Così lei ha provato a testare su se stessa, ricordando che "se Beyoncé e Gigi Hadid li indossano sempre perché non possiamo farlo anche noi?".

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I leggings della prima collezione di Ivy Park, il nuovo brand sportivo di Beyoncé

Quindi cosa succede se si sostituisce qualsiasi altro capo con i leggings per un anno, anche a lavoro? Natalie spiega di essere stata fortunata perché nel suo ufficio non è stato un problema, come invece può naturalmente accadere in altri posti di lavoro. Il tutto per lei è stato poi facilitato dal fatto che il suo ufficio si trova vicino alla palestra dove lei pratica yoga tutti i giorni: "indossarli anche a lavoro è stata in parte una necessità e in parte un fatto di pigrizia. Però così ho trasformato un'abitudine in moda". All'inizio Natalie racconta di essersi in qualche modo giustificata in ufficio ("li indosso perché ne ho comprati troppi durante una sessione di shopping compulsivo", "sto correndo in palestra"), ma poi i leggings per lei sono diventati una normalità: "a questo punto non potevo immaginare di uscire di casa senza. E non solo per andare a lavoro, ma anche per andare a cocktail party o feste di compleanno. Per un attimo mi sono sentita un po' come in True Life: I’m Addicted to Leggings, ma non mi importava. Per la prima volta mi stavo vestendo esattamente come volevo".

Il risultato? Nonostante la sua ossessione fosse diventata la nuova barzelletta tra i colleghi in ufficio, Natalie spiega di aver imparato principalmente due cose da questa esperienza: 1) "Ho acquisito più fiducia nel mio corpo e nella mia atleticità", racconta. "Spesso quando si tratta di vestiti le persone confondono 'aderente' con 'sexy. Il fatto di indossare qualcosa di aderente senza nessuna intenzione di essere provocante mi ha dato sicurezza. Mi ha fatto capire che non c'è nessun tipo di corporatura giusta o sbagliata per portare i leggings perché tutte li possono indossare, me compresa". 2) "Ho scoperto di poter uscire dagli schemi e non ragionare per etichette. Ovvero: non essere solo la ragazza alla moda ma neanche solamente la ragazza sportiva ossessionata dallo yoga e dal postarlo su Instagram. Ma non solo: facendo ricerca ho anche scoperto brand che prima non conoscevo". In conclusione, spiega: "perché non cominciamo una vera rivoluzione dei leggings per cambiare le cose? Dobbiamo smettere di scusarci quando li indossiamo, mettendo in discussione il fatto che non siano pantaloni e preoccupandoci se li indossiamo anche fuori dalla palestra. La prossima volta che aprite il vostro armadio, voi amanti dei leggings, non preoccupatevi e chiedetevi solamente: 'oggi quale paio mi metto?'. Avviso alle ossessionate dai leggings: qui avete una portavoce CONVINTISSIMA.