«C'è tutta un'altra soddisfazione nel dire "questa camicia è mia, invece di snocciolare l'ennesimo marchio di moda low cost straniero», dice un mio giovane amico che è il tipo da ascoltare musica indie, guardare film low budget ma di autori che diventeranno famosissimi, leggere autori sconosciuti (per me) di e-book sul suo Kindle, andare in giro inforcando la bici del nonno. Insomma, non uno ricchissimo ma abbastanza colto per dichiararsi autonomo in tutte le sue scelte. Con lui mi ritrovo, talvolta, anche al centro sociale per ascoltare un concerto. E lo rivedo all'inaugurazione di una camiceria su misura, Fumagalli Shirtmaker. Cioè: un ragazzo che non accetta neanche un-diktat-uno della moda istituzionale e compra online su siti di e-shopping di rapper americani, ora va in sartoria come esempio di moda fresca, individuale, personale? Da Fumagalli ti permettono di avere non solo una camicia su misura a prezzi tutto sommato contenuti e dal grande valore aggiunto (8 cuciture per centimetro, bottoni in madreperla, cuciture a giglio, asole con punto annodato, iniziali ricamate a mano...) ma anche di customizzarla scegliendo tutto: il tipo di tessuto, la forma del collo, i materiali dei bottoni, addirittura il posizionamento strategico delle cifre. Una cosa che, insomma, ti aspetteresti da un gentiluomo di una certa età - abituato a frequentare non dico Savile Row, ma almeno atelier polverosi che evocano l'abbigliamento del nonno - e che invece viene smentita da una clientela che fa somigliare la boutique milanese in via Santa Sofia 18 a un locale estremamente di tendenza (e no! Non diremo né cool, né iconico, né trendy: chi usa questi aggettivi è già vecchio). Perché poi, a pensarci bene, il desiderio che unisce - dividendoli - i giovani, è cercare la non-omologazione. E quindi - et voilà! - si ritorna al futuro di una moda che si sostanzia di oggetti che vivono insieme a noi non solo per tre mesi, ma per un tempo molto più lungo. Una moda che respira con chi la "abita" (e sì! Sottolineeremo ancora una volta il link etimologico tra "abito" e "abitare"), si trasforma in base alle esigenze delle persone, si adegua alle innovazioni dettate dalla tecnologia ma poi si nutre di una tradizione gloriosa. E se dovessimo esprimere un capo-simbolo, quale sarebbe migliore della camicia? «Se si potesse materializzare l'involucro di un anima, esso non potrebbe essere raffigurato che con una camicia, per via del contatto diretto che ha con l'essere che la indossa», racconta l'artista Enzo Roberti. E poi il su misura è ecologico (ammortizzi i costi con il fatto che tra cinque anni la tua camicia sarà perfetta), perfetto per un no-global fashionista (ogni persona, un modello diverso), amica di un lusso modernissimo: quello di essere stessi. «Beh, veramente, farti fare i vestiti su misura ti rende più figo», chiosa il mio giovane amico dotato di pragmatica strategia di seduzione. Caspita, è vero. Forse bastava dire solo questo.