I segnali di fumo dei Pellerossa. E poi i messaggeri delle tragedie greche. E poi piccioni viaggiatori, missive vergate dagli amanuensi, per arrivare - ohibò! Che meraviglia, la tecnologia! - al telefono di Meucci, alla radio di Marconi, agli Uffici Postali, ai telex, ai telefax, alle linee fisse e quelle mobili, ai telefoni cellulari, alle email, agli sms, a Skype, agli smartphone. Dispiace di cuore che di tutte queste modalità di comunicazione a distanza, nessuna - ma proprio nessuna - esista nel Comune di Ossona. Che pur essendo in provincia di Milano, evidentemente concepisce solo la telepatia come forma di scambio verbale che oltrepassi i 20 centimetri di distanza tra due persone (e però hanno internet: un caso che sottoporremmo volentieri a Roberto Giacobbo di Voyager. Mistero?! Leggenda? Là dove il mito si confonde con la realtà? Chi lo sa...).

Questa fondamentale scoperta per l'umanità, degna di museificazione dei 4200 abitanti del piccolo centro che il web afferma essere noto per la Sagra della Cipolla nel giorno di San Bartolomeo, ce la offre il seguente passaggio che abbiamo trovato sul sito di Cronaca Ossona: il Portale degli Ossonesi. A proposito della nostra intervista a Stuart Milk uscita sul numero di ottobre (e dunque in edicola il 15 settembre), la collega Maila si dichiara convinta che quella sul nostro giornale (copio e incollo, eh) «non è ancora avvenuta (infatti sarà effettuata durante il Cross Atlantic Global Summit)». Summit che si è tenuto a Milano lo scorso 4 e 5 ottobre.

Allora, cara collega: visto che facciamo lo stesso mestiere e persino dagli stessi anni («Ho una lunga esperienza nella comunicazione e lavoro come web writer. Ho iniziato negli anni '80, conducendo dei quiz in una televisione privata... Però, ad Ossona, sono conosciuta perché sono il segretario della sezione della Lega Nord»), ti chiedo se hai mai saputo come i potenti mezzi che ci vengono offerti da quei diecimila anni o giù di lì permettono, sia pure con tempistiche diverse, di trasmettere notizie tra interlocutori che non stanno appiccicati come due fidanzati in una vignetta di Peynet.

Che poi, cara collega, invece la vuoi sapere una cosa che ti sconvolgerà? È andata ESATTAMENTE così! Lo scrittore e sceneggiatore Ivan Cotroneo è andato negli Stati Uniti - ohibò! Che meraviglia, la tecnologia! Esistono gli aerei! - per parlare a tu per tu con il consigliere dei diritti civili di Obama. Ma domandiamoci perché la cara Maila, segretario con la "o" della sezione della Lega Nord a Ossona e non "ad" Ossona, perché le "d" eufoniche esistono solo tra vocali uguali - detto en passant - sia giunto/a a simile considerazione (copio e incollo): «L'articolo contiene tutta una serie di affermazioni che meriterebbero di essere smontate una per una, specialmente perchè attribuisce alla realtà del nostro paese, situazioni che sono invece proprie degli Stati Uniti, dove la parola Matrimonio ha un significato molto diverso da quello che ha qui, perlomeno in molti Stati, e dove le battaglie per i diritti civili hanno un senso e non riguardano solo i gay, ma anche i pellerossa, gli afroamericani, i messicani, e moltissima altra gente».

Oltre al fatto che una ripassatina alla sintassi sarebbe di giovamento, scusami, eh: ci potevi aggiungere anche i panda, il Castelmagno e i videoregistratori, tutte categorie degne di tutela perché o in via di estinzione o membri di minoranze. Accostare i gay a popoli che hanno diritto ai diritti (scusa il gioco di parole), non è solo incongruo, ma dannoso. Siamo tutti uguali di fronte a dio e anche a Eridano, che tanto piaceva al tuo ex capo, ma ogni comunità ha istanze sociali differenti. È dannoso per chi la pensa come te. Ma anche per chi la pensa come me. Cittadino di un'Italia dove a pochi chilometri dalla capitale sociale ci si scontra con una mentalità che, al confronto, il Medioevo si trasforma nell'Età dei Lumi. Che non sono lampadine, cara collega Maila.