Un Golden Globe come migliore serie drammatica, il seguito di migliaia di streaming addicted, il nome (già) impresso nei manuali dei film “a puntate” più epici di sempre. The Handmaid’s Tale 2 ha debuttato sulla piattaforma streaming Holu lo scorso 25 aprile, e sì, sappiamo benissimo che non si tratta di una serie come le altre. E come tale non è stata premiata in una serata come le altre, ma durante quella che passerà alla storia come "la notte delle donne". Tratta dal distopico romanzo del 1985 di Margaret Atwood, The Handmaid’s Tale ci trasporta in una società patriarcale e reazionaria, in un cui le poche donne fertili rimaste sono schiavizzate e sodomizzate al fine di evitare l’estinzione della nazione americana. Un trionfo ai Globes quanto mai significativo, in occasione dell'evento in cui tutte le celebs hanno indossato abiti neri in segno di protesta per l’atteggiamento dell’amministrazione Trump. "Non viviamo più negli spazi ai bordi della pagina stampata. Non viviamo più ai margini delle storie. Siamo le storie. Stiamo scrivendo noi la nostra storia", riportando le parole di Margaret Atwood, la talentuosa protagonista della serie Elisabeth Moss ha ritirato il Golden Globe.

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La ragione per cui questa serie si è (anche) trasformata in un caso mediatico è riconducibile tanto al layout, quanto alle scelte di stile, di modi di raccontare il mondo in grado di impattare fortemente sulla realtà. La mente creativa dietro alle monacali tuniche purpuree della serie è Ane Crabtree, mente che ha ideato, tra gli altri, i costumi di Westworld e Master of sex. La Crabtree ha portato la moda al suo ruolo originario e primitivo: i costumi sono, infatti, divisi in colori tribali, che definiscono i diversi ruoli di potere nella società. Il rosso è delle Ancelle, il verde petrolio delle sterili mogli dei Padroni e il marrone francescano delle Zie, ovvero le sodomizzatrici. Una triade cromatica dal chiaro rimando medioevale. Le fonti ispirazionali dietro i costumi di Anne Crabtree? I preti meneghini, lo schema a tre colori proprio della Bauhaus, i tradizionali Obi giapponesi. E sono le stesse tuniche rosse delle ancelle ad essersi "materializzate" fuori dallo schermo. Quando, proprio l'anno scorso, un gruppo di donne le ha indossate davanti al campidoglio di Washington, in segno di protesta contro le nuove leggi sanitarie americane. Dimostrando, ancora una volta, come l’estetica "ragionata" possa veicolare pensieri dall'etica potentissima.