Si è chiusa ieri, con la sfilata di Craig Green nei magici giardini di Boboli, la 94esima edizione di Pitti Uomo. Una manifestazione che, stavolta più che mai, porta alla luce inquietudini e speranze culturali, sociali ed economiche, tanto più interessanti e ricche di stimoli proprio perché sbocciano intorno a una manifestazione commerciale.
La sensazione generale, suggellata poi dal défilé dello stilista londinese, è che ormai l'abbigliamento maschile rivesta sempre più il corpo ma soprattutto l'anima di un uomo che profondamente connessa con il mondo. Si superano i limiti dell'eleganza canonica, del dettaglio curato, del tessuto prezioso ma abbraccia una sorta di dandysmo mistico che – a partire dai marchi più tradizionali, come Lardini, Brunello Cucinelli e Corneliani per arrivare a quelli più tecnici o sportswear come MCM, Fumito Ganryu, Reda – circonda come un'aura spirituale tutta la produzione per la prossima primavera-estate. Green parla di “angeli contemporanei” imbragando i modelli dentro armature che sembrano aureole anatomiche ma anche i segni che con il gesso si fanno intorno ai cadaveri di morte violenta: prigioni e contorni, amplificazioni visive dei limiti della fisicità, in una collezione estremamente suggestiva per i colori ma soprattutto che per l'animus che la agita: lo stilista, a proposito di tuniche semplicissime come lenzuola allacciate da corde ai lati e variopinte come arcobaleni infantili, illustra anche la doppiezza di un umano lato oscuro che si contrappone ad altre forme che richiamano quelle delle divise di medici, infermieri,pompieri.
È una virilità che rimanda sempre ad altro – istinti,visioni, talvolta allucinazioni – che manda direttamente nel dimenticatoio l'abito formale giacca e cravatta. E così è anche per MCM – Modern Creation München, marchio tedesco nell'orbita dei coreani, dove l'approccio estetico è rivolto a una moda che sia rivestimento asessuato e festoso, lieve e metropolitano, privo di qualsiasi connotazione legata alla consuetudine del consueto bel vestire.
Chi, invece, ha costruito la sua fama sulla cultura sartoriale, sulla scuola italica di taglio e cucito, sulla memoria che non è ripetizione ma evoluzione di codici codificati, trova la sua novità nella vocazione comune a ricercare materiali innovativi, amici dellaTerra, ecologici. Del resto, non bisogna dimenticare che quella della moda è l'industria più inquinante del mondo, seconda solo a quella del petrolio. La sostenibilità è il nuovo mantra collettivo: Loropiana lancia un nuovo marchio, SEASE, dedicato alle passioni dell’uomo contemporaneo: per ognuna - Urban, Sailing e Skiing - un kit essenziale. SEASE interpreta la modernità con eleganza e performance nel rispetto dell’ambiente. Corneliani crea la capsule collection “Connected Style” che include una serie di pezzi basici che dietro un look elegante e formale nascondono un'anima supertecnologica. Tretorn propone una giacca antipioggia realizzata in un tessuto a base di barbabietola da zucchero e piante di mais, laminata da una laccatura completamente biodegradabile. È con questo impegno che attraversa stili e attitudini differenti che Pitti 2018 lancia il suo segnale più importante. Ed è attenzione all'ambiente anche il recupero, da parte di Giorgio Armani, di Palazzo Pandolfini, mai aperto al pubblico e chiuso da molti anni. Una delle poche architetture progettate daRaffaello Sanzio nel 1520, che per una notte è diventata Giorgio's, baricentro di emozioni e stilemi armaniani che inventano nuove forme e nuove soluzioni per una capsule collection uomo e donna, concentrata solo sugli abiti da sera.
Il rapporto tra vestire e cura del pianeta diventa sempre più fondamentale: non è un caso infatti che al Victoria & Albert Museum di Londra sia in scena fino a gennaio Fashioned From Nature, una mostra che racconta il rapporto tra la moda e la natura intesa come musa ispiratrice e grande fornitrice di materiali.