L’hotel Le Normandy, il café La Potinière, le coreografie-farfalla di Loïe Fuller. I tuffi dei bambini dai pontili, gli uomini con bastoni in ciliegio affusolati, le donne con ombrellini in bambù, d’ordinanza anche in spiaggia. I giri in automobile, i giri di collane, il jersey e i cappelli chic in versione mignon, s’il vous plaît. Benvenuti a Deauville, benvenuti nella Belle Époque scandita dalla nostalgia e dal fermento, benvenuti tra le spiagge del Calvados, scenografia del primo trionfo di un imprenditore donna. Benvenuti nel secolo nascente, quello che ha per protagonista una stella couture nascente, Coco Chanel. Prima tappa dei film su Inside Chanel, il minisito sulla storia della maison, Deauville è la città, insieme a Biarritz e Venezia, che ha lasciato un segno indelebile nella vita di Gabrielle Chanel. Per questo la Maison di rue Cambon ha deciso di dedicare/ci Chanel The Destinations, tre capitoli sui luoghi ispirazionali per la stilista di Saumur.
Tre destinazioni legate a incontri, viaggi, storie d’amore couture (e non). Tre mete che hanno nutrito l’anima di Gabrielle persona in primis e quella di Chanel Maison subito dopo. Tre città che hanno tessuto le trame in tweed e lana bouclé della casa di moda francese. Nuovo francobollo, nuova cartolina, nuova boutique. Coco Chanel a Biarritz è la conferma che la sua visione sulla moda, sulle donne e sul mondo degli affari è “quella giusta”. Le acconciature fitte e gli abiti da sera che toccano i parquet delle sale da ballo, il suono dei tram sulle rotaie e quello delle macchine da cucire sui tessuti spessi. I campi da golf e gli scatti sulle amache, il 1915 e il 1918, l’indipendenza economica e la possibilità di assumere 60 sarte. A Biarritz Coco Chanel diventa quello che desiderava da tempo, essere libera. La Normandia, la costa Basca, infine la laguna e le sue gondole nere “macchiate” dai cappellini panna delle dames italiane. Nel 1920, per aiutarla a superare il dolore dovuto alla morte del compagno Boy Capel Coco Chanel viene condotta a Venezia dagli amici Misia e José-Maria Sert. Qui la couturière scopre il suo grande interesse per le arti e l’architettura, e le traduce all’interno delle sue collezioni. Tra le pennellate d’oro della Basilica di San Marco e i chiaroscuri di Tintoretto, Gabrielle rifiorirà come una camelia bianca in primavera.