Il primo paio avvistato sembrò uno scherzo. Come potevano delle misere scarpe di plastica con i buchi diventare un fashion item era improbabile come il passaggio della cometa di Halley prima del tempo. Invece per un twist estetico misterioso, la forza di attrazione più forte, le Crocs sono diventate le scarpe del nuovo millennio. Ai piedi di presidenti USA, first ladies e celebs varie, Crocs uomo e Crocs donna rigorosamente simili ma non unisex. Spacciate come scarpe da riposo, ciabatte da spiaggia, rifugio ultimo dei piedi affaticati o semplicemente epitome della libertà di sfoggiare quello che si voleva. E scarpe brutte per antonomasia, non importa se il nome e la forma prendono ispirazione proprio dalla sinuosità spigolosa e anfibia del coccodrillo. Più degli Ugg che l’aggettivo auto-dispregiativo lo portavano già nel nome, più delle Birkenstock con il rischio turista tedesco calzino-munito. Le scarpe brutte sdoganate per sempre dalle Crocs celebrity: Jared Leto, Whoopi Goldberg, John Cena, l’eterno mito Drew Barrymore (che ha disegnato una limited). L’endorsement del principino George che le ha sfoggiate in blu ad un evento pubblico. Poi è arrivata la collaborazione Crocs-Balenciaga e il senso estetico ha scalato un altro gradinoverso il kitsch sold out (che si porta dietro feticismi da pagare a caro prezzo).

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Non tutti sono fan delle Crocs. E non tutti le odiano spudoratamente, rifiutandosi anche solo di provarle per vedere l’effetto che fa. Chi le porta da anni giura che siano uno dei culmini della comodità: il piede non suda, gli urti sono assorbiti dal materiale con cui sono realizzate (una particolare schiuma polimerica brevettata chiamata Crocslite), la pianta larga è super chill. Nascono come scarpe da barca, d’altronde, dove non è che si possa stare proprio con tacchi o zeppe. Pro assoluto delle scarpe Crocs: sono antigraffio, hanno fori traspiranti, peso zero, si asciugano in brevissimo tempo e non puzzano mai. Le scarpe Crocs simbolo della vera libertà del piede? Più o meno. Restano esteticamente bruttine, nonostante i numerosi tentativi di ingentilirle in qualche modo (la versione winter Crocs con il pelo all’interno, anyone?) e la possibilità di aggiungere personalizzazioni con gadget da attaccare ai buchi.

Crocs personalizzatepinterest
Cate Gillon//Getty Images

Poco importa se i colori delle Crocs sono tantissimi e nel corso di 16 anni ufficiali di produzione ci siano state anche variazioni dal modello base, quello supervenduto ma osteggiato da alcune associazioni americane di podologi (no, le Crocs non sono scarpe per camminare ma ciabatte vendutissime che dovrebbero essere usate solo in casa o per andare in spiaggia, stop). Le Crocs fanno male alla schiena? Alcuni studi sostengono di sì, perché il tallone troppo libero incide sulla tensione delle dita dei piedi e l’appoggio stabilissimo fa sì che le caviglie e la parte interna del piede siano troppo sollecitate. Ma nonostante alcuni pareri medici negativi e studi ancora in corso (la scienza richiede tempo), il business delle Crocs ha persino conquistato la borsa mondiale. Con il risvolto triste della fama: le Crocs false sono un mercato copiosissimo, come i Crocs outlet, che dall’azienda hanno cercato di arginare a colpi di cause in tribunale. Ma le copie delle Crocs sono state inevitabili.

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Cate Gillon//Getty Images

EPPURE. Ad agosto 2018 la fiaba idilliaca sembra essere ad una svolta. Qualche calo di vendita, meno attenzione del pubblico e doccia gelata per i fan delle Crocs: la chiusura dell’ultimo stabilimento della produzione di Crocs Italia, dopo quello in Messico, è stata accolta da un vespaio misto tra disperazione e sollievo su Twitter. Crocs chiude? Panico diffuso. I Crocs lovers hanno invitato tutti a saccheggiare i negozi per comprarle finché ci sono. Ma la Crocapocalypse non avverrà: come ha specificato l’azienda in una nota pubblica, la produzione verrà solo esternalizzata. Non ci saranno stabilimenti dedicati, si appalterà la realizzazione per migliorare il proprio rendimento, si legge nel documento ufficiale. Crocs non chiude. Le scarpe ispirate ai coccodrilli e diventate simbolo primario delle ugly shoes continueranno ad affollare i negozi. E i piedi di chi non sa rinunciarvi affatto.