“È molto importante che le donne raccontino le loro storie. E a volte non è affatto facile”. Schietta, purissima, ispirazionale, Haifaa Al-Mansour è la prima regista donna saudita, la prima a portare la sua Terra agli Oscar 2013, la prima che ci riproverà nel 2019 con una pellicola su un medico donna engagé. Dal suo debutto con La bicicletta verde all’approdo sul Canal Grande al Festival di Venezia 2018 con The Wedding Singer’s Daughter, Haifaa Al-Mansour ha costantemente cercato di “costruire le cose man mano, un passo alla volta, perché la pazienza alla fine paga”. E perché, aggiungiamo noi, è di cura che abbiamo bisogno quando scriviamo/guardiamo/inquadriamo le donne su una pagina patinata, su uno schermo, per strada.

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Il debutto in anteprima mondiale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia 2018 nell’ambito delle Giornate degli Autori, accompagnato anche dalla visione di Hello Apartment diretto da Dakota Fanning, The Wedding Singer’s Daughter di Haifaa Al-Mansour è il sedicesimo film per Miu Miu Women’s Tales, la serie di cortometraggi che invita le registe contemporanee più originali e profonde ad analizzare la vanità e la femminilità del 21esimo secolo. Un racconto che ci descrive una notte nella Riad degli anni Ottanta, dove un gruppo di donne avvolte nei loro abaya scuri si dirigono verso una sala ricevimenti per matrimoni, rivelando scarpe dai tacchi scintillanti. Una volta all’interno, mostrano ciò che indossano sotto: abiti-favola, acconciature selvagge e la loro essenza più vera rimessa in libertà, invisibile agli occhi degli uomini.

Così, confezionate come le gesta di un’improbabile baby eroina, dal racconto di Haifaa Al-Mansour traspaiono le regole sulla separazione tra sessi nei matrimoni sauditi, sul concetto di dignità femminile, sui giudizi difficilmente indipendenti delle gente e sui “dolori crescenti, necessari e stimolanti, che qualsiasi società sperimenta durante una fase di rinascimento artistico e riformistico”.

“I matrimoni sono lo specchio fedele della società dell’Arabia Saudita: segregata, frammentata in base al genere e alla classe di appartenenza. Volevo raccontare la storia di queste persone e coglierne la dolcezza”. Come una couturière dietro la cinepresa, Haifaa cuce insieme i frame della sua favola di riscatto dove la protagonista è una ragazzina "che rappresenta il futuro. E il futuro appartiene agli outsiders”.