Maniche-scultura che ti impongono di star fermo a guardarle, come si fa di fronte alle colonne scolpite dalla brezza del Mediterraneo. Geometrie di tessuti che fanno l’amore, come l’architettura ellenica con quella romana. Il velluto si specchia sulla vernice mentre i raggi di luna accendono le cavee. È il Teatro antico di Taormina la scenografia dei Tao Gold Awards 2018 per la moda, premio assegnato alla stilista Sara Cavazza, direttore creativo del brand Genny, orgoglio del (saper) fare italiano.

Cosa la rende più fiera di aver ricevuto questo premio?
Sono stata davvero orgogliosa di avere ricevuto un riconoscimento così prestigioso - per la storia e il significato che sottende - che premia la filosofia e i valori del più autentico Made in Italy espresso da Genny, di cui una parte importante ce l’ha, da sempre, il giusto mix tra creatività contemporanea e storico heritage. Questo premio è un ulteriore e appassionante stimolo per proseguire lungo un percorso virtuoso capace di disegnare quella femminilità autentica e vera che costituisce, da sempre, il carattere della maison italiana che ho l'onore di guidare.

Cosa c’è dietro al concetto di luxury responsible?
Lo stile, ai giorni nostri, è sempre più una questione di etica oltre che di estetica: questo fa la differenza anche e soprattutto in termini di lusso, che non è più un concetto a parte ma che riassume un atteggiamento sostenibile e rispettoso a 360 gradi. Una filosofia che Genny ha adottato fin dal 2016 quando abbiamo cominciato a creare abiti eticamente corretti, che non fossero solo totalmente Made in Italy per manifattura e materiali utilizzati, ma che seguissero i parametri UE in materia di rispetto dell’ambiente e dei lavoratori. Questo perchè il cliente che si avvicina al mondo Genny e acquista uno dei suoi prodotti deve riconoscere il valore di quello che sta dietro alla sua realizzazione. L’etichetta dei valori riassume tutto questo e amplifica la mia filosofia di fare moda in cui il rispetto e la centralità della persona nella sua interezza - personale, sociale, di natura -, unito al rispetto dell’ambiente e della cultura emerge in ogni semplice abito. Questo, a mio avviso, è la vera essenza del lusso responsabile.

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Da cosa si lascia ispirare stagione dopo stagione?
Non c’è un’ispirazione particolare che cambia stagionalmente: quando sono nella fase creativa lascio carta bianca alle suggestioni che mi colpiscono e che possono nascere da un viaggio così come da una lettura o da una musica o da un personaggio femminile dal forte carattere. Lascio che tutto trovi spazio dentro di me perché, nella fase creativa, diventa materiale da cui attingere per creare, di volta in volta, l’anima principale dell’ispirazione della nuova collezione.

Cos’è moderno nel 2018?
Trovo che, nel 2018, moderno, per quanto riguarda la moda, sia essere al passo con i tempi senza trascendere da questi: l’heritage da valore al concetto di contemporaneità applicato allo stile, senza questo ci troveremmo di fronte solo a capi senz’anima. Cerco da sempre, con Genny, di sintetizzare quel fascino e quella seduzione che caratterizzano la donna in sintonia con le trasformazioni della società e il mutamento del suo ruolo nel tempo. Così i capi sono contemporanei e caratterizzati da un’estetica che predilige linee pulite capaci di valorizzare l’esclusiva fattura dei tagli e la cura dei dettagli e dei particolari, mixando elementi classici con tessuti moderni, con giochi di luce e di stampe. Estremamente semplici ma femminili.

Cos’è che si rimpiange della couture del passato nel 2018?
La moda è sicuramente frutto dei tempi e delle epoche storiche nelle quali si sviluppa: questo non vuol dire che non debbano esserci dei caratteri di eleganza riconosciuti all’unanimità che non possono essere perpetuati nel tempo e costantemente aggiornati. Amo proprio quel concetto di eleganza, prioritario nelle epoche passate, che cerco di riproporre sempre nelle collezioni di Genny in cui atout senza tempo - come, appunto, lo stile - dialogano con spunti del futuro, che seguono il solco di un’estetica sempre più virtuosa fatta di line pulite, di tagli perfetti, di cura maniacale dei particolari, di texture preziose e luminose, palette cromatiche inconsuete. Un’evoluzione che nasce nell’heritage e che da questa se ne fa definire: questo è l’unico modo che conosco per non avere nessun rimpianto, soprattutto in fatto di stile!

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Il capo più prezioso (affettivamente parlando) nel suo guardaroba.
Io amo capi contemporanei caratterizzati da linee pulite e da tagli precisi, con il plus di dettagli e particolari curati, estremamente femminili e decisamente preziosi. Il capo “affettivamente” più prezioso è sicuramente la giacca bianca in seta che ho indossato quando, per la prima volta, sono salita in passerella in qualità di Creative Director. Oltre a rappresentare uno dei miei ricordi più preziosi, quella giacca è anche divenuta il simbolo della mia anima e della mia essenza creativa.

Ci racconta la sua storia di mamma & imprenditrice?
È molto semplice: essere mamma e imprenditrice significa scegliere di dedicare delle ore al lavoro e altre alla famiglia; di godere dei periodi di riposo per coltivare un clima di amore e di serenità con mio marito e con i miei due figli, la vera radice e il punto fermo del mio successo. Senza una base solida come la famiglia non sarei la persona che sono a livello professionale e la tranquillità e la solidità che mi assicurano la forza della mia famiglia sono il requisito necessario per portare avanti con successo la mia sfera creativa. Il segreto è armonizzare ogni aspetto della sfera pubblica e privata per arrivare a un risultato perfetto. O almeno spero.

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Le edizioni limitate sono le nuove stagioni della moda?
Penso che quello che, fino a poco tempo fa, era un concetto applicabile solo all’haute couture - in cui l’unicità dell’abito è quasi una conditio sine qua non - ora si sia spostato anche al pret à porter a causa dell’eccessiva globalizzazione dei gusti e dello stile. In un mondo dove tutto è uguale, possedere qualcosa che sia creato ad hoc, in pochi pezzi può fare la differenza e, perché no?, scandire le stagioni parallelamente e in una maniera più sottile delle collezioni tradizionali. Si tratta di sacrificare la commercialità di un pezzo in nome di uno stile più inimitabile, che faccia la differenza e in cui la trepidazione che si accompagna, normalmente, all’attesa dei nuovi modelli ora si è spostata sulle capsule o limited edition che, a mio avviso, amplificano l’anima più genuina di ogni brand o stilista.

Il vero comfort è scegliere quello che vogliamo quando vogliamo? Eliminare, ad esempio, il concetto di abito da giorno/da sera?
Il vero comfort è la libertà, quindi anche quella di togliere le etichette, metaforicamente parlando, all’uso degli abiti e di scegliere quello che vogliamo in base al nostro personale stile. Un modo di essere che si traduce, per Genny, in modelli differenti, nei quali ogni donna può trovare l’abito che più le si addice e che la valorizza, che sia un cocktail party o meeting di lavoro: più che il modello in sé o il suo uso, conta l’attitude e il carattere di ogni donna, capace di dare il tocco in più all’abito che indossa così da renderlo, inevitabilmente, perfetto per lei e per il momento che sta vivendo.

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