Che la tecnologia stia cambiando in maniera incontrovertibile il modo di comprare, spostando il baricentro sull'e-commerce, è ormai un dato di fatto. Assodato. Che stia mettendo il suo pesante zampino anche nella “vecchia” modalità, il cosiddetto brick & mortar, cioè le attività di vendita al dettaglio del mondo reale, non è per nulla scontato, ma c'è già più di un sospetto di una tendenza che spinge in tale direzione.

Quelli che vedremo in questa panoramica sono tre casi emblematici di come, forse, il requiem dello shopping tradizionale sia ancora di là da dover essere suonato. E che, anzi, potremmo trovarci di fronte a una sua inedita rinascita e di un futuro prossimo di successi, ancora tutto da scrivere. Immaginate, per esempio, di essere a New York e di fare una scappata in Fifth Avenue, a Manhattan, per visitare l'House of Innovation 000, il nuovo negozio di Nike appena inaugurato. Nei sei piani (dei quali uno è interamente dedicato alle sneakers) in cui i ventimila metri quadri del negozio sono suddivisi, vi trovereste di fronte a centinaia di smartphone sguainati dai potenziali acquirenti. Il perché è facilmente comprensibile: si tratta del primo “esemplare” di un modello di store che sfrutta la connessione tra l'esperienza fisica e digitale come nessuno mai ha neppure provato a fare finora.

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Dunque, telefonino alla mano e app Nike e servizio NikePlus aperti sul display, l'esperienza di acquisto sarà un costante passaggio tra le attività materiali e l'immaterialità dei bit, a partire dalla scansione dei manichini vestiti di tutto punto con i capi della sportsware company. Basterà inquadrarli e, grazie alle funzionalità della realtà aumentata, con un clic compariranno sul display le informazioni sui prodotti, da quelle di base alle più approfondite sulle caratteristiche dei materiali, del taglio, dell'impiego.

Una volta individuato l'indumento che si intende acquistare, non sarà necessario perdere tempo a cercarlo sugli scaffali, poiché sempre via smartphone, potrà essere richiesta la consegna direttamente al camerino.
Dopo la prova, da un'altra sezione dell'app sarà possibile fissare un appuntamento, da lì a poco, con uno stilista interno, per avere una consulenza sulle modifiche da apportare al capo e inviarle direttamente al servizio sartoria che provvederà a effettuarle, possibilmente in tempo reale, in modo che sia già pronto prima di lasciare il negozio. Dopo New York, Nike, nei prossimi mesi, conta di aprire altri punti vendita omologhi. Si sa già che la prima sarà a Shanghai e successivamente sarà la volta di Parigi.

L'altro caso, piuttosto rappresentativo è quello degli Amazon Go, i negozi senza cassa del colosso di Seattle che, già presenti in alcune città degli Stati Uniti, potrebbero diventare oltre tremila entro un paio d'anni, sbarcando anche in diversi Paesi europei. Al centro della customer experience proposta dagli store c'è la tecnologia Scandit che, permette di selezionare e pagare i prodotti direttamente con il proprio telefono, mediate l'impiego della computer vision e della realtà aumentata.

Sulla scia di questo modello di negozio fisico-virtuale, ma anche di altri omologhi come i pop-up store e i 4-star store che la società di Jeff Bezos ha introdotto nel tempo, anche Facebook ha deciso di provare a condurre l'enorme bacino di utenza della sua piattaforma social nel business “da toccare con mano”, inaugurando una serie di punti vendita nella quale potranno essere provati e acquistati i suoi prodotti hi-tech, come i visori per la realtà virtuale Oculus o il dispositivo Portal, che permette di effettuare videochiamate tramite il suo Messenger.